da "L'Unità" di oggi
da l'Unità del 27 ottobre 2005:
Sciopero della fame per difendere la lirica
Stefano Miliani
Nei teatri musicali d'Italia c'è la nitida percezione che i tagli al Fondo unico dello spettacolo spazzeranno via come uno tsunami il mondo del melodramma. Ma monta anche un'onda di proteste che si concretizza in scioperi della fame a catena: Firenze è l'epicentro e si è già esteso alla Scala, al Regio di Torino, all'Opera di Roma e al Comunale di Bologna. Il via lo ha dato il corista del Maggio musicale Claudio Fantoni: per nove giorni è andato avanti con tre cappuccini al giorno, da oggi si infila in uno sciopero a staffetta, cioè saltando i pasti per un giorno, al quale partecipa una trentina di persone tra cui il musicista Mauro Pagani, il regista Maurizio Scaparro, l'assessore alla cultura del Comune fiorentino Siliani, il direttore dell'Orchestra Toscana Aldo Bennici, e con i Ds in prima fila. E proprio la Quercia prepara per il 7 novembre alle 15 al Teatro Valle di Roma, una manifestazione con il violinista Salvatore Accardo e Piero Fassino per dire che i tagli al Fus, alla cultura,insieme alla drammatica politica morattiana sulle risorse e sui programmi scolastici, compromettono il nostro futuro e quindi occorre reagire e fare controproposte. Intanto ieri il ministro Alemanno ha provato a dire che i tagli al Fus saranno meno dei previsti 164 milioni di euro (su 464)e il governo ne strapperà una parte,imprecisata,a 140 milioni di euro destinati alle famiglie, ma l'Udc si è detta subito contraria. Sono briciole commenta la senatrice Ds Vittoria Franco oltre tutto vanno sommati i tagli ai beni culturali di quasi 400 milioni, oltre a quelli ai musei, alle istituzioni, al ministero.Le tredici fondazioni lirico-sinfoniche impiegano 7mila persone, nel 2004 i loro bilanci hanno segnato un rosso globale di 41 milioni 344 mila euro, di di 131 se si sommano i disavanzi degli anni precedenti, coprono da soli il 48% del Fus. E mentre il sottosegretario ai beni culturali Martusciello vuole abolire le fondazioni lasciando quattro-cinque teatri nazionali, a Berlusconi che ha tacciato la Scala di sprechi Barbara Vignudelli, corista in sciopero del cibo, in una lettera a Buttiglione chiede: Chi beneficia dei biglietti omaggio alle 'prime' del 7 dicembre? Chi decide i cachet dei registi? E dei maestri che tanto hanno dato e tanto hanno preso? Chi ha deciso i costumi pregiati per stare inscena dieci minuti?. Non lei, che si paga casa, auto e il dizionario enciclopedico della musica facendo mutui. A Torino saltano i pasti a turno nove coriste, a Bologna quattro artisti, all'Opera di Roma Manola Colangeli, corista. Serpeggia un dubbio nei teatri: la maggioranza ci va pesante perché considera il settore elettoralmente poco strategico? Il fiorentino Fantoni spera in un ripensamento: Ma è l'ottimismo della disperazione.
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