26 novembre 2005

il comizio

ieri alla manifestazione ci è stato dato uno spazio importante: la nostra chiara, mente pensante del gruppo, è salita sul palco ed ha letto un discorso da lei medesima composto (intanto noi ci esibivamo cantando per la strada). ecco il cosiddetto testo del comizio:

Buongiorno. Sono qui in veste di rappresentante delle coriste del Teatro Regio che dal 21 ottobre sono in sciopero della fame per protestare contro i tagli ai fondi statali destinati alla cultura, tagli che rischiano di portare a una grave riduzione delle attività se non addirittura alla chiusura la maggior parte dei teatri e delle realtà musicali italiane. Siamo in 200 ormai, in tutta Italia, a manifestare il nostro malcontento in questo modo estremo. Ci ribelliamo a questo governo che promette e non mantiene: promette posti di lavoro e con una manovra miope mette a rischio i posti di lavoro che già ci sono; promette una migliore istruzione pubblica e manda in rovina le istituzioni scolastiche statali; promette aiuti alle famiglie e promuove iniziative che di fatto non aiutano proprio nessuno . Tagliare i fondi ai teatri vuol dire far perdere il lavoro a 200.000 lavoratori e mandare in rovina un patrimonio artistico che tutto il mondo ci invidia, che è la ricchezza dellItalia, che potrebbe essere fonte di crescita per il nostro Paese perché promuove il turismo e soprattutto perché eleva il livello culturale e quindi di consapevolezza dei suoi cittadini.

Lo Stato ha il dovere costituzionale di formare la popolazione attraverso le istituzioni pubbliche, siano esse le scuole, le biblioteche, i teatri o i musei, e anche attraverso le televisioni nazionali che invece sembrano studiate e concepite per assopire le menti di milioni di italiani. Siamo stufi dellimmondizia che passa la televisione, vogliamo che gli italiani possano andare a teatro la sera e possano vedere degli spettacoli di qualità. Vogliamo vivere in un paese civile!

Noi siamo musicisti e forse siamo considerati un po dei privilegiati. E vero, lo siamo. Lo siamo perché ci guadagniamo da vivere mettendoci al servizio del pubblico, lo siamo perché viviamo di arte, e non è poco, lo siamo perché regaliamo momenti di gioia a chi ci viene a sentire. Però siamo anche dei lavoratori altamente specializzati e il nostro lavoro non si esaurisce con le ore passate in prova, ma prosegue in ogni momento della giornata, ci occupa la mente e lanima, è la nostra vita. Dobbiamo studiare ore e ore al giorno per mantenere la tecnica che abbiamo acquisito a costo di grandi sacrifici. Se il nostro stipendio è uno spreco per il Paese vuol dire che noi abbiamo sprecato la nostra vita. Noi non lo accettiamo! Per questo vogliamo organizzare delle giornate di musica e spettacolo gratuite che possano far capire non solo le difficoltà del nostro lavoro e i sacrifici che richiede ma soprattutto che facciano capire la sua grande utilità. Far divertire le persone e allo stesso tempo trasmettere cultura non è una cosa banale!

Noi lavoratori del teatro stiamo organizzando dei momenti musicali nel foyer, prima degli spettacoli, e stiamo cercando di organizzare visite guidate gratuite al teatro, concerti e performances, non solo musicali, per strada, ma non sempre è facile ottenere i permessi. Lorganizzazione di un concerto è una cosa estremamente complessa e ce ne siamo rese conto organizzando il concerto che offriremo stasera al Teatro Regio, un concerto gratuito a cui siete tutti invitati. Alle 20.30 al Teatro Regio di Torino eseguiremo il Requiem di Mozart diretto da Corrado Rovaris e con interpreti di grande fama come Sylvie Valayre, Claudia Nicole Bandera, Mark Milhofer e Michele Pertusi, grandi artisti che ringraziamo.
Vogliamo che tutte le realtà culturali e musicali della nostra città si uniscano per dire NO a questa condanna a morte. Vogliamo il totale reintegro dei fondi che ci permettono di sopravvivere e che nel corso degli ultimi cinque anni sono già stati ridottial lumicino. Chiudere i teatri non vuol dire solo creare nuova disoccupazione e nuovo disagio sociale, ma anche dare un ulteriore grave colpo alleconomia del nostro Paese, perché investire in cultura significa anche investire sul turismo e sulleconomia di tutta lItalia. Se nessuno si fosse preoccupato di preservare il Cenacolo di Leonardo dalla muffa forse lItalia non sarebbe così frequentata dai turisti di tutto il mondo.

Per questo stiamo raccogliendo le vostre firme, le firme dei cittadini che credono nel valore della cultura, dei cittadini che vogliono vivere in una città viva e culturalmente stimolante. Chi non avesse ancora firmato può farlo dopo la manifestazione oppure tutti i giorni presso il presidio allestito dietro il teatro, in piazza accademia militare, angolo via verdi, proprio a fianco dellingresso artisti.
Rispondiamo NO a un governo che pretende di esportare la democrazia con lesercito e impedisce ai propri cittadini di elevarsi culturalmente. La cultura non è uno spreco e costa meno delle armi. Forse, però, è più pericolosa!
Grazie
.

3 Comments:

At 26/11/05 14:53, Anonymous Anonimo said...

brava Hogan, ti ammiro molto. sinceramente vi ammiro tutte:
hogan per come scrive lettere
eye-liner ever per il blog
occhi pazzi per la costanza
perversa bionda per la diplomazia
'govelno blutto' per il carattere conciliante
seno prosperoso per la disponibilità
:---)htfgkmu

 
At 26/11/05 15:21, Anonymous Anonimo said...

volevo solo dire che in realtà al discorso hanno collaborato tutte le jervoline con suggerimenti, consigli, e anche qualche frasetta...

 
At 27/11/05 16:21, Blogger CICCILLO said...

care colleghe, come già vi scrissi in un commento alle origini di questo blog appoggio la vostra battaglia e sono solidale con voi.
quello che però mi stupisce è non sentire mai nelle vostre parole (anche in quelle molto belle di questo "comizio") nessun accenno alla realtà dei lavoratori precari dello spettacolo.
io credo che la vostra battaglia avrebbe più senso se riuscisse ad andare oltre alla semplice richiesta dell'abbandono dei tagli perché così, vista dall'esterno, può sembrare meramente difensiva e corporativa.
dovreste, visto che, come mi avete già risposto, avete più forza contrattuale e siete meno ricattabili, appoggiare la sacrosanta richiesta di maggiori tutele per i lavoratori precari, per esempio indicando e sostenendo il modello francese.
modello che trovo possa essere di riferimento anche per quello che attiene alla questione dei finanziamenti statali per la cultura.
anche perché in questo modo ricevereste il sostegno di tutti gli altri lavoratori, che sono la STRAGRANDE MAGGIORANZA, che lavorano a tempo determinato e in altri settori che non siano la lirica.
attualmente vi è una grossa distanza tra voi e tutta questa fascia di artisti e lavoratori alcuni dei quali vedono addirittura di buon occhio che finalmente si tocchi il carozzone mangia-soldi della lirica e vagli a spiegare che questi soldi non vanno certo nelle tasche delle masse artistiche...
dunque quello che vorrei sentirvi dire è: sì al FUS ma per tutti i generi musicali e tutte le forme di "spectacle vivant" (come dicono in Francia e come, anche lì con una certa difficoltà, continuano a fare) ma anche sostegno ai lavoratori precari e abolizione (o perlomeno sostanziosa modifica) delle legge 30 e istituzione di uno speciale sussidio di disoccupazione per gli "intermittenti" dello spettacolo (come appunto avviene in Francia).
su questo Torino è già una realtà molto avanzata ma dovete rendervi conto che siete la punta dell'iceberg.
altrove c'è ancora il nulla, contratti fatti apposta con meno di 30 giorni per spendere meno, indennità di disoccupazione che vengono negate a seconda dell'umore dell'impiegato inps che se ne occupa etc.
per non parlare del meccanismo aberrante e triturante delle audizioni che o non servono a nulla o ti costringono ad essere continuamente sotto esame e a dimostrare le tue qualità lavorative nello spazio di 3 minuti di un'aria d'opera, ma questo è un altro discorso...

 

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