19 novembre 2005

le letteronze

il nostro movimento spontaneo non ha un nome; a volte ci interpelliamo con simpatici nomignoli, tipo "jervoline" (troppo lungo da spiegare) o "sorelle vagabonde" (e qui il riferimento alle streghe del macbeth è evidente); ma potremmo anche definirci "letteronze", vista la quantità di missive che mandiamo in giro per il mondo.
le ultime fatiche di chiara, detta anche il leopardi de noantri, sono: una lettera alla grandissima Mirella Freni

Cara Signora Mirella,
sono una delle tante artiste del coro che spesso ha incontrato dietro le quinte del Teatro Regio di Torino. Ho sempre ammirato profondamente la sua modestia e semplicità e ogni volta che ne ho avuto l’occasione l’ho ascoltata con attenzione, per cercare di carpirle qualche segreto, per scoprire da dove viene la magia che trasmette con la sua voce. Ricordo le recite della Boheme del centenario. Mi fermavo ogni sera sino alla fine dell’opera e ogni sera piangevo alla morte di Mimì. Ogni volta mi sono ritenuta una persona fortunata. Fortunata di averla potuta sentire da vicino, fortunata di aver potuto godere del suo canto e fortunata di fare il lavoro che faccio con passione e umiltà.
Purtroppo in questi giorni in teatro si vive un’atmosfera tesa e di angoscia. A causa dei tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo previsti dalla finanziaria, che vanno ad assommarsi ai tagli già messi in atto ogni anno ormai da cinque anni, i teatri lirici del nostro Paese rischiano in un primo tempo la riduzione dei titoli in cartellone e del numero di recite, e poi la chiusura. Immagino che ciò sia anche per lei fonte di grande dolore .
A Torino già quest’anno, come conseguenza dei tagli inferti in precedenza, “La Tempesta” di Purcell/Galante non potrà essere rappresentata nella forma scenica prevista ma solo in forma di concerto. La mancanza di fondi ha reso necessario questo espediente per risparmiare sulle prove di scena e sul costo dei costumi e delle scenografie.
La drammaticità della situazione ha indotto me e gran parte delle mie colleghe a dichiarare uno sciopero della fame seguendo l’esempio di un collega del Maggio Musicale fiorentino, Claudio Fantoni. Ormai questa forma di protesta si è estesa a molti teatri italiani. Vi hanno aderito oltre a Firenze e Torino, anche Milano, Napoli, Bologna, Catania, Trieste e ogni giorno la lista dei digiunanti si allunga sempre più. Ne fanno parte anche personalità non strettamente legate al mondo del teatro . Non vogliamo che i teatri muoiano, non solo perché 200.000 lavoratori altamente specializzati perderebbero il proprio posto di lavoro, ma anche perché tutti i cittadini italiani perderebbero una parte importante della loro cultura e della loro identità. Abbiamo scritto ai giornali, abbiamo scritto al Presidente della Repubblica, e stiamo lottando strenuamente perché ciò non accada, perché i nostri sogni non si dileguino come quelli di Rodolfo, anche perché a noi non sono gli occhi belli di Mimi a rubarli bensì le mani lunghe di veri ladri. Lei sa quanti sacrifici richiede la nostra professione, quanto studio, quanta passione, quanta abnegazione. Lei sa che la nostra professione non è solo il nostro lavoro ma la nostra vita. Non vogliamo che ce la portino via.
Mi creda, non la disturberei se la situazione non fosse davvero grave.
Qui a Torino abbiamo installato un presidio permanente fuori dal teatro e stiamo raccogliendo le firme di solidarietà della cittadinanza. Stiamo anche organizzando concerti gratuiti e manifestazioni di ogni tipo per sensibilizzare l’opinione pubblica. Non è certo la creatività che ci manca. Purtroppo però ci sembra di lottare contro i mulini a vento e in certi momenti la disperazione prende il sopravvento.
So di rattristarla con questa mia lettera e mi dispiace, ma lo faccio perché credo che una sua presa di posizione potrebbe avere una certa rilevanza a livello anche internazionale, perché se l’Italia vorrà davvero buttare a mare secoli di storia e di cultura non potrà non vergognarsene di fronte al mondo. Ci piacerebbe se lei potesse venire a trovarci anche se sappiamo che ciò sarà difficile. La sua partecipazione a qualcuna delle nostre manifestazioni è qualcosa in cui non osiamo neanche sperare perché immaginiamo che lei abbia innumerevoli impegni. Un suo cenno di solidarietà però ci sarebbe estremamente gradito e ci aiuterebbe a continuare la nostra lotta con ancor più fervore.
Grazie per l’attenzione che mi ha prestato e soprattutto per le emozioni che mi ha sempre regalato con la sua voce,

Chiara Lazzari

ed una al duo Suozzo-Stinchelli:
come saprete, i tagli previsti dalla finanziaria al fondo unico per lo spettacolo rischiano di far saltare parecchie stagioni liriche italiane e mettono a rischio la sopravvivenza stessa dei teatri. sono sorte molte iniziative di protesta, quella che lega e accomuna un po' tutti i teatri italiani è quella dello sciopero della fame, iniziato a firenze da claudio fantoni e dilagato un po' in tutti i teatri (Torino, Milano, Roma, Napoli, Trieste, Bologna, Catania), al quale hanno aderito anche personalità politiche e non solo musicali.
a torino abbiamo allestito un presidio permanente dietro al teatro, stiamo raccogliendo firme e cerchiamo di sensibilizzare l'opinione pubblica (vi segnalo il nostro blog http://laterradeikaki.blogspot.com/). siamo state ospiti di chiambretti a markette per perorare la nostra causa e anche costanzo ci ha dedicato un po' di spazio nella sua trasmissione mattutina..
il 25 novembre, giornata di sciopero nazionale, eseguiremo il requiem di mozart (ingresso gratuito). abbiamo scritto al presidente della repubblica e anche alla signora Freni (vi mando le lettere in allegato). siamo disperate e soprattutto ci sentiamo sole. volete aiutarci?
grazie
chiara


free website statistics