09 novembre 2006

Apocalypse now

Libera, semi-seria e semi-fantascientifica interpretazione del documento presentato dall'Anfols alle OO.SS.

PREMESSA SULLA REALTA' REGIO-TORINO
a) la regione ci dà molti soldi a patto che andiamo in giro per il piemonte a fare titoli d'opera
b) la superfondazione stabile-regio, di futura formazione, prevede ESPLICITAMENTE che uno degli scopi principali della sua costituzione sia farci andare in giro per il piemonte (cosa che lo stabile con la prosa fa ormai da molti anni)
c) con l'attuale CCNL, disegnato sulle esigenze di teatri stabili che fanno attività in sede e solo occasionalmente in tour, le rigidità sono eccessive per poter aumentare più di tanto i titoli da fare in giro in regione, e invece nella nostra palla di cristallo intravediamo che si vorrà arrivare ad almeno quattro titoli all'anno (è un'idea nostra, non sappiamo se pessimista o ottimista)
d) dulcis in fundo, ricordiamoci che un anno fa, ai tempi del camper, ci agitammo molto quando un uccellino ci disse che si intendeva risanare i bilanci facendo appunto i teatrini regionali. ebbene, hanno cominciato e non si fermeranno qui; e temiamo che Vergnano abbia contrabbandato quest'ideona anche a quelle fondazioni, e sono la maggioranza, che non avendo l'importanza storico-artistica delle istituzioni principali come Scala e Opera di Roma devono trovare un modo di sopravvivere. qual è la ricetta-vergnano? semplice: invece di puntare su spettacoli di qualità a costi ottimizzati, si fa il carrozzone e così si ciucciano risorse agli enti locali.


    1 . Adozione di nuovi moduli organizzativi tesi alla eliminazione delle esistenti
         rigidità contrattuali ed al perseguimento delle migliori condizioni di
         produttività, competitività e qualità dell'attività produttiva. Definizione dei
         criteri di articolazione dell'orario di lavoro ai sensi delÌa legge 66/20011;

la legge 66 (2003 e non 20011, a meno che non si tratti della legge sui diritti televisivi che con noi c'entra come i cavoli a merenda) deriva da una direttiva europea, e fra le altre cose obbliga il datore di lavoro (di qualunque tipo di lavoro) a prevedere 11 ore di riposo continuative ogni 24 ore. per noi artisti è difficile che sia un problema, allo stato attuale, mentre lo è già per l'orario dei tecnici quando ad esempio fanno spettacolo la sera e poi il turno del mattino, che per loro comincia molto presto; ma diventerà un problema anche per noi quando una grossa percentuale della nostra attività sarà in decentramento e si tornerà a casa all'una-le due di notte dalle nebbie della padania: perché ora si risolve mettendo a riposo gli artisti il giorno dopo la recita, ma alla lunga è dispendioso. per farci lavorare tutti i giorni pur rincasando tardi la notte dovranno fare un accordo che superi l'obbligo della legge 66.

    2 . individuazione di nuove forme occupazionali e rimeditazione di quelle esistenti
         al fine di assicurare l'ottimale utilizzazione del personale
, nel rispetto delle
         ineliminabili esigenze artistiche delle Fondazioni e della professionalità dei
         Iavoratori;

questa cosa qui è un po' spaventosa, e detta così può voler dire un po' tutto. nuove forme occupazionali, cioè cosa? nel senso delle nuove forme contrattuali? co.co.co? co.co.pro? coccodè? e rimeditazione di quelle esistenti, cioè nemmeno le situazioni esistenti sono garantite? non vogliamo pensarlo...

    3 . possibile revisione dei criteri organizzativi delle prestazioni lavorative ai flni di
         una corretta affermazione dei principi di flessibilità e fungibilità delle mansioni;

fungibilità è una parola orrenda. abbiamo dovuto cercarla sul dizionario. ci sembra voglia dire che le mansioni devono essere intercambiabili. flessibili e intercambiabili: quando non si canta si puliscono i cessi, forse.

     4 . riesame dei vigenti accordi in materia di verifiche professionali e di
          autorizzazioni allo svolgimento di attività di lavoro autonomo e professionale;

ovvero il regime del terrore: la nostra professionalità potrà essere messa alla prova ogniqualvolta negheremo un lavoretto di bocca al nostro responsabile, o romperemo i maroni come RSU, o cose così. la verifica libera porta alla ricattabilità. ciò non è male: è malissimo.

e inoltre: che significa "riesame degli accordi sulle autorizzazioni all'attività di lavoro autonomo"? che non ci vogliono più permettere di svolgere attività musicale fuori dal teatro? o che se vogliamo avere un'attività (e probabilmente vogliamo, dato che i musicisti vogliono far musica) dobbiamo ad esempio, buttandola lì a caso, rinunciare alla stabilità ed aderire ad una cooperativa, cioè o sempre dipendenti o sempre autonomi?

     5 . verifica degli accordi integrativi aziendali in essere ed individuazione delle
          materie e degli istituti oggetto di possibile trattativa nelle future pattuizioni
          aziendali;

e va be', lo sappiamo che vogliono rimettere mano agli integrativi. in peggio, è ovvio.

     6 . rivisitazione dell'istituto degli organici funzionali e del sistema delle ''alternanze";

alternanze? questa parola non appare nel contratto nazionale; invece gli organici funzionali sono quella cosa che ancora impedisce che i teatri si trasformino nel "progetto-parma", ovvero pochissimi assunti negli uffici e tutti gli organici ingaggiati a seconda della produzione.

     7 . agibilità del ricorso a forme di esternalizzazione produttiva nel rispetto delle
          vigenti norme di tutela  e nella confemata attenzione alla esigenza dell'ottimizzazione delle capacità produttive interne;

ecco, questo è un punto importantissimo e non dobbiamo fare l'errore di sottovalutarlo. l'esternalizzazione del lavoro era regolata in maniera estremamente rigida prima della legge biagi; poi è stata praticamente liberalizzata. ora, che significa esternalizzazione? significa, per fare un esempio, che noi abbiamo un reparto elettricisti-fonici, ma per montare la parte fonica di un nostro concerto, per esempio all'aperto, chiamiamo un service esterno, cioè una ditta o una cooperativa. o, altro esempio, abbiamo un coro e un'orchestra, ma per fare un titolo della stagione ne chiamiamo altri da fuori. per dirla tutta, "il Naso" di Sostakovic è un caso di esternalizzazione mascherata da scambio culturale. l'esternalizzazione secondo noi è il male. perché? ma perché oggi chiamiamo il teatro di san pietroburgo, che fa il suo lavoro per quindici giorni e poi torna a casa; ma domani chiamiamo il coro cooperativa Distocazzo e gli facciamo fare due cantate di Bach pagandolo una miseria e facendolo lavorare dieci ore al giorno sotto la neve (tanto sono precari e non hanno diritti), mentre il nostro coro è a chiusa pesio a fare Traviata al pianoforte a costo zero grazie al CCNL da noi precedentemente creato; dopodomani, avendo mantenuto il blocco delle assunzioni per sempre, rimpolpiamo il nostro coro ormai anziano e decimato dai pensionamenti facendo ricorso ad una cooperativa qualsivoglia, magari sempre la Stocazzo, magari la Staminchia, e per il Nabucco tutte e due insieme.


     8 . individuazione di possibili schemi operativi in tema di previdenza complementare
          nel contesto del nuovo quadro legislativo in materia;

tradotto in italiano: ci vogliono fottere il tfr.

     9 . riesame di una serie di istituti normativi contrattuali di cui Ia passata
           esperienza applicativa ha dimostrato la necessità di un'adeguata revisione
           (trattamento di malattia, infortuni sul lavoro, diritti di precedenza per i
           contratti a termine delle categorie artistiche, mutamento di mansioni, trasferte,
           strumenti speciali ed affini, etc....).

le prime due voci, quelle in grassetto, sono diritti importantissimi. che significa riesame degli infortuni sul lavoro? attenzione, noi tendiamo a dimenticarcene, ma il lavoro in palcoscenico è fra i più pericolosi (anche se ammettiamo che la miniera e l'altoforno sono peggio). sia noi che i tecnici dovremmo, per legge, andare sempre in scena (sempre, prove e recite) con l'elmetto quello giallo e le calzature antinfortunistiche. deroghiamo, certo, e il perché è ovvio; ma a nostro rischio. questo solo per fare un esempio. c'è gente che si fulmina, che si brucia, che si tronca un dito in falegnameria, che cade da un ponte, che viene schiacciata da una quinta; speriamo che il "riesame dell'istituto dell'infortunio" non vorrà dire qualcosa a sfavore dei lavoratori.... ma abbiamo come il sospetto che sì, chissà perché.

per finire: rivediamo naturalmente anche l'istituto delle trasferte, no??? altrimenti fare il carrozzone costa troppo. altro che 80 euro al giorno, ti diamo il pullman e un panino e devi anche dirci grazie.

11 Comments:

At 9/11/06 21:45, Anonymous Anonimo said...

ma noi, concretamente, cosa possiamo fare? siamo in balia dei sindacati o abbiamo voce in capitolo?

 
At 15/11/06 21:06, Anonymous Anonimo said...

Riguardo alla verifica delle professionalità, provate a leggere con attenzione il testo unico del contratto collettivo, contiene tanti strafacioni ed errori da scrivere un libro. A titolo esemplificativo:
1) L'incipit del contratto è il seguente: L'anno 2000 il giorno 1 del mese di giugno in Roma TRA L'Associazione Nazionale Fondazioni Liriche e Sinfoniche (ANFOLS), .................... è stato stipulato (notare il tempo del verbo) il seguente contratto collettivo nazionale di lavoro per i lavoratori dipendenti dalle Fondazioni liriche e sinfoniche. Ma in copertina è riportata la data del dicembre 2001.

2) Gli allegati in fondo al contratto sono riferiti alla legge del pubblico impiego, prima della della riforma del settore. Vi è anche un riferimento alla legge 241/90 (Procedimento amministrativo).

Vi hanno fatto intendere che la percentuale individuata dal contratto collettivo, ora art.3 del CCNL, per espressa previsione della legge 56/1987 (richimata anche nel contratto collettivo) è la percentuale dei contratti atempo determinato. Falso!!!! Leggete con attenzione.
Nel contratto del 2003 sul punto sono d'accordo anche i sindacati.
Tale percentuale, poi, nella finanziaria 2006 è passata al 20%, come se ciò fosse possibile.

In bocca al lupo.

 
At 18/11/06 16:23, Anonymous Anonimo said...

non so se hai notizia, i 3 conf.+ attori x il 27nov. hanno indetto una manifestazione al teatro dll'opera invitando ancora una volta politici del cx.
Io sinceramente non ho altro da dire ai poltici; quello che c'era da dire glie lo abbiamo detto a Torino in febbraio.
Hai ancora parole non dette, cose dimenticate di dire?
Io credo che il tempo della parola si sia esaurito o meglio il tempo della parola in poltrona
L'elemosina, la gnagna ci hanno sfiniti forse è iniziato il tempo della serenata sotto le finestre per ricordare ai politici smemorati.
Se pensano di averci azzittiti con il finanziamento al fus in questo mare di sofferenza è bene dirgli che hanno sbagliato.
I pannicelli caldi del centro sinistra non leniscono anzi ci fanno incazzare( una finanziaria che stanzia 15 mld.al risanamento, 10 alla grande industria...alle avventure belliche....)
Forse il buon senso che tanti rospi ci fà digerire, la pazienza che altri più bisognosi fa star male in due, andrebbero interrogati e forse spunterebbe il fatidico BASTA.
iniziamo a parlarci
Accorden dal Sottoscala

 
At 10/2/07 16:46, Anonymous Anonimo said...

etica/ SCALA:
- per la riuscita del 1° esodo, ovvero la tournee di sponsorizzazione alla Bicocca, il gruppo dirigente si autopremiò....$
°ai lavoratori, visto il flop e buco di bilancio, venne chiesto di rinunciare al contratto aziendale per i primi 3 anni e assicurarsi così la pace sociale per traghettare il controesodo al Piermarini dicembre 2004

-gennaio 2005, visto il successo della deportazione nel nuovo cantiere, il gruppo dirigente si autopremiò....$
°ai lavoratori ------
Arriva il vento d'oltralpe: BASTA PREMI ma arriva il nuovo anno...
gennaio 2007 il gruppo dirigente si autopremia ancora...$
° i lavoratori ---

 
At 2/4/07 17:56, Anonymous Anonimo said...

1977...arrivò falce e mirtillo che ripone l’uomo intero al centro, non solo l’animale politico(il militonto) o l'uomo economicus.
la riappropiazione della vita i circoli del proletariato giovanile, gli indiani metropolitani

La nuova comunità vita/politica trovò sulla sua strada l'avanzata del PCI, la Lotta armata BR, Autonomia operaia, l’eroina.
Lotta armata come sacrificio estremo, una rivoluzione enunciata, distruzione senza nuova visione
Nel fallimento del socialismo reale o capitalismo monopolistico di stato irrompe il qui ed ora.

Dal rifiuto del lavoro salariato, al rifiuto del lavoro, all’autovalorizzazione: si svolta; si esce dalla fabbrica,
chi nell’immolazione, chi nella bottega, chi non potendo né l’uno né l’altro: l’eroina!

Nè nostalgia, nè apologia

 
At 17/4/07 18:45, Anonymous Anonimo said...

Dall'inizio dell'anno 2007 ad ora per lavoro,
304 morti
304480 infortuni
7612 invalidi

E’ la grande guerra che in silenzio tutti i giorni i padroni per i loro profitti fanno ai lavoratori:

1280 operai morti nel 2006


Quanti ergastoli per i padroni ?

Dai dirigenti Montedison(Vajont) al petrolchimico, alla Breda, Fiat…al kapò che dette fuoco all’operaio che pretendeva di essere pagato?

Per la destra l’alzarsi al mattino e non sapere se o come si ritorna a casa quando la si ha, è il prezzo che i lavoratori devono pagare per “il lavoro”.
Per la sinistra l’accumulazione non si interrompe basta aggiungere qualche controllore pubblico in più anche se pur sempre a libro paga delle aziende.
I sindacati dopo qualche sciopero di circostanza ripetono “l’avevamo detto”
Napolitano, Prodi, dichiarano: "Ogni caduto sul lavoro è un martire che sacrifica la propria vita per tutti noi". Napolitano, Prodi mentono. Martiri sono coloro che muoiono per le loro idee.


Non vogliamo marmo con i nostri nomi da morti

No all’immolazione per i profitti dei padroni
PS:
Il termine caduti sul lavoro è una vergogna. Il lavoro non uccide. Sono gli assassini a uccidere. Con nome e cognome. Per incuria , per avidità. Cambiamo le parole.
D’ora in poi diciamo assassinati sul lavoro.

 
At 22/4/07 12:13, Anonymous Anonimo said...

Genova, 20 apr . (Adnkronos) - Salta la prima al Teatro Carlo Felice di Genova. La rappresentazione de 'La forza del destino' di Giuseppe Verdi, diretta da Daniel Oren, prevista per il 24 aprile, non sara' eseguita a causa di uno sciopero. Aboliti anche i 7 spettacoli seguenti. Lo sciopero e' stato proclamato da Cgil, Cisl-Fiels in seguito alla vertenza sull'organico del teatro e sui precari.

 
At 28/4/07 19:19, Anonymous Anonimo said...

sabato, 28 aprile 2007
L'APPESO il tarocco del may day 007


Il mondo dello spettacolo e della cultura è sempre in bilico appeso a un
filo come lo ritrae il tarocco dell'euromayday07. Una manciata di milioni
dispensati dal ministero torna a far boccheggiare solo gli enti lirici in bancarotta a causa dei tagli al famigerato F.U.S. del precedente governo di destra.La Precarietà galoppa nonostante ad esempio la resistenza di decine di
lavoratori teatrali che rivolgendosi alla magistratura rivendicano un posto
fisso ALLA SCALA E AL PICCOLO TEATRO magari dopo dieci anni di contratti a termine.Nella moda impera lo sfruttamento del lavoratore freelance, parola dietro di cui si cela manodopera senza tutele fatta spesso di stagisti o lavoratori a cottimo e in nero. Non esistono ispettori che verificarono condizioni e contratti di lavoro e il governo attuale non fa nulla nonostante le solite promesse elettorali, per tutelare nei periodi di non lavoro gli "intermittenti in regola "della cultura e della comunicazione. In un settore che è gia stato penalizzato dalle "riforme pensionistiche " che, di fatto, dal 1993 impedisce l'accesso alla pensione degli intermittenti ( il 90% degli addetti del settore) la flessibilità e fluttuabilità di questi acrobati deve essere almeno compensata da sussidi mensili e protezioni nella copertura contributiva ai fini pensionistici che impediscano all'attuale ricattabilità che subisce tutti i giorni il precario della comunicazione il trasformarsi in condizioni di vita riconducibili a nuove forme di schiavitù da terzo millennio che arricchiscono i soliti produttori senza scrupoli e nuovi manager degli enti parastatali senza controllo.

AUTORGANIZZATI DEL TEATRO ALLA SCALA

 
At 19/6/07 10:42, Anonymous Anonimo said...

cgilscala@tiscali.it CRONACA SINDACALE

Periodico informativo della RSA CGIL Scala n.1 17/06/07




Coordinamento nazionale:

In data 4 giugno a Roma abbiamo partecipato al Coordinamento nazionale dei delegati delle Fondazioni Lirico sinfoniche alla presenza delle segreterie nazionali CGIL-CISL-UIL-FIALS.
Argomenti di discussione: CCNL, Legge 43, bozza di legge quadro dello spettacolo.
Vogliamo far notare che nell’ordine del giorno iniziale non era compresa la legge 43 e solo dopo accesi interventi dei delegati sindacali si è riusciti a far vertere la discussione su tale problematica e imporre quindi nel documento conclusivo (con il quale comunque non ci troviamo pienamente d’accordo) l’argomento come obbiettivo primario.
Si è quindi decisa una prima manifestazione che si svolgerà a Roma il giorno 26 giugno alla presenza anche di politici e del sottosegretario allo spettacolo.
Riteniamo questa manifestazione un momento decisivo per rilanciare la lotta alla legge Asciutti. A tale scopo ci presenteremo alla manifestazione con un documento da far approvare ai lavoratori presenti dove chiederemo conto ai politici ed esigeremo precisi impegni e iniziative di lotta dalle segreterie nazionali.
Non dobbiamo inoltre dimenticare che durante la manifestazione si discuterà di un tema altrettanto importante: la bozza di legge di riforma dello spettacolo dove tra l’altro viene proposta la regionalizzazione “selvaggia” del fus.
In merito al documento delle segreterie nazionali (che si allega) rileviamo che anzicchè battersi per un congruo intervento pubblico, come del resto avviene in altri paesi europei dove si investe circa 10 volte di più, si spera in “ulteriori aperture al sostegno privato”. Come al solito vince la logica del profitto dal nostro punto di vista antitesi del ruolo della cultura.
Nessuno riferimento ai buchi di bilancio, alla malgestione e alla qualità artistica di buona parte dei sovrintendenti che hanno portato questo settore sull’orlo del baratro. Si menzionano invece fantomatiche “sfide di produttività-qualità” , sfide che naturalmente si giocheranno sulla pelle dei lavoratori.
Un piccolo appunto alle segreterie nazionali: invece che autocelebrarsi sul biennio contrattuale che non può essere certamente definito esaltante riflettano sui loro mancati interventi su temi più seri che coinvolgono ad esempio il lavoro precario e la sicurezza del lavoro.


STAGIONALI:

In data 1 giugno 2007 abbiamo definito con la Direzione i contratti per la stagione 2007/08 . La logica contro cui abbiamo dovuto lottare era quella in cui bisognava stare in un determinato budget sacrificando per questo i periodi di lavoro del personale aggiunto di palcoscenico. Questa logica, a fronte di un incremento significativo della produttività, avrebbe potuto portare al collasso del palcoscenico che non avrebbe più potuto supportare la produzione. Dopo un acceso confronto l’ipotesi iniziale presentata dall’azienda è stata migliorata portando le giornate lavorative a + 1300 rispetto alla stagione scorsa. Inoltre si sono avute due posizioni aggiuntive nel reparto meccanici e il ritorno a venti aggiunti nel reparto macchinisti a fronte di una prima ipotesi che ne prevedeva diciotto.
A seguire sono stati trasformati da contratto professionale a contratto stagionale 8 ballerini e 3 aiuto regia.

TFR:

Dopo la distribuzione dei moduli per la scelta del TFR informiamo che nel corso del mese di giugno proseguirà l’attività dello sportello informativo presso la sala sindacale. Si rende noto inoltre che in data 11/05/2007 si è costituito uno specifico fondo di previdenza complementare per il comparto dello spettacolo Byblos verso il quale facciamo i seguenti rilievi:
- è accessibile solo ai lavoratori “con contratto a tempo indeterminato, o determinato di durata pari o superiore ai 6 mesi consecutivi presso la stessa Fondazione nell’arco solare…”
- una bassa contribuzione delle aziende (0,5% per il 2007 e 2008,1% a decorrere dal 2009)
- Byblos ( come peraltro INA ) non aiuta certo chi lavora a chiamata o a prestazione: questi lavoratori costituiscono la maggioranza degli occupati nel mondo dello spettacolo

Sicurezza:

Il giorno 25 maggio 07 abbiamo presentato al Sovr. Lissner la raccolta firme per rilanciare l’attività della Commissione Sicurezza e si è giunti alla convocazione di una prima riunione per il 20/06/07, che affronti la gravità di alcune situazioni del palcoscenico, di Pero e dell’ Ansaldo.
Inoltre abbiamo reso noto alla sovrintendenza e alle segreterie sindacali CGIL-CISL-UIL-FIALS alcuni dati preoccupanti:
in palcoscenico il 13% dei lavoratori è affetto da disturbi significativi dovuti a patologie lombari: nel 2005 si è avuto un +6% di infortuni rispetto al 2004 per un totale di 74 lavoratori. Il solo reparto macchinisti ha il 50% degli infortuni dovuto essenzialmente alla movimentazione manuale dei carichi (20% nel 2003-2004, 31% nel 2005), e un 8% di ernie dichiarate a fronte di una media nazionale del 2%. Altro dato preoccupante: il 5,3% dei macchinisti sono stati operati di ernia al disco in questi ultimi anni.


Contratto Integrativo:

Altre nubi si addensano sul contratto integrativo: dopo aver annunciato Il MITO-festival, una programmazione internazionale, con la demagogia che sempre accompagna la scure per sostenere altre realtà culturali, il Sindaco di Milano nonché presidente della fondazione Scala,ha annunciato un taglio di fondi verso il Teatro di due milioni di euro. Non è che è una vendetta trasversale ?
Candide c’entra qualcosa?
A noi sembra sospetto che mentre i lavoratori si apprestano al rinnovo del contratto integrativo, il sindaco annunci tagli.
Sul fronte interno è tramontata l’ipotesi di una piattaforma unitaria che ci avrebbe reso tutti più forti.
Verranno presentate quindi più piattaforme.
Nel corso di questi giorni le RSA e il Comitato degli iscritti CGIL definiranno la loro da sottoporre all’Assemblea dei lavoratori per presentarla alla direzione entro fine giugno.

 
At 6/7/07 14:00, Anonymous Anonimo said...

Napoli

teatro san carlo

Gestione pubblica, ma con criteri privati
Si conclude l’inchiesta del Denaro sulla crisi della Fondazione Teatro San Carlo di Napoli. L’intervento di autorevoli esponenti sul tema — che viene dibattuto anche in rete collegandosi attraverso la home page del nostro sito www.denaro.it - induce a due riflessioni: l’importanza che il San Carlo ha, innanzitutto, per Napoli e i napoletani, come dimostrano l’entusiasmo e la profondità dei contributi alla discussione ed alle ipotesi di rilancio e di riorganizzazione della Fondazione; la presa d’atto della collettività della effettiva gravità della situazione di crisi in cui versa la Fondazione. Le proposte raccolte vanno, pressoché tutte, nel senso di una gestione manageriale, che contestualmente promuova iniziative per avvicinare i privati e, per ridisegnare una mappa dell’utenza al fine di incrementare il numero di spettatori con attività artistiche di qualità.
di Gianni Tomo



Le testimonianze raccolte dal Denaro sulla crisi del San Carlo evidenziano una ampia disponibilità di privati e imprenditori a significativi interventi finanziari, ma soprattutto un notevole contributo di idee per iniziative che riguardano sia la riorganizzazione, sia il rilancio della Fondazione anche attraverso soluzioni innovative.
Sono segnali importanti che provengono dalla società civile e che contrastano fortemente con l’assoluto silenzio dell’attuale management su qualsivoglia disegno strategico, palesemente evidente dalla lettura della relazione al bilancio al 31 dicembre scorso.
Le perdite di gestione dell’ultimo esercizio per 4,5 mln di euro, che nell’ultimo triennio ammontano a 9,7 mln, non possono difatti trovare alcuna soluzione nell’unica strategia operativa prevista per l’esercizio 2007 di rivisitazione e contrazione delle attività in calendario.
Tanto meno la pesante situazione debitoria di oltre 17 mln di euro verso enti previdenziali ed erario, e di oltre 28 mln di euro verso dipendenti per indennità di quiescenza e similari, che essenzialmente caratterizzano il disavanzo patrimoniale tendente al commissariamento, può trovare soluzione nella donazione di due appartamenti da parte del Comune di Napoli valutati 4,5 mln di euro.
Le proposte raccolte dal nostro giornale vanno, pressoché tutte, nel senso di una gestione manageriale, accorta soprattutto ad evitare sprechi, ma che contestualmente promuova nuove iniziative per avvicinare i privati ad investire in questo importante prodotto culturale, per ridisegnare una mappa dell’utenza al fine di incrementare spettatori con attività artistiche di qualità, ed in particolare gli abbonati che oggi contribuiscono solo al 6,4 per cento dei ricavi totali ed al 52,5 per cento del totale dei biglietti venduti.Proprio sull’aspetto della vitalità artistica del Teatro, da una rapida visita del suo sito internet, si può cogliere con immediatezza la evidente differenza di attività in calendario e della programmazione degli spettacoli rispetto ad altre analoghe iniziative italiane in pieno fermento anche in questo periodo estivo.
Tanti sono stati i contributi per sviluppare idee su nuove aree produttive, dal merchandising a sinergie con altri settori, soprattutto con quello turistico connesso ai tanti croceristi.
Si è discusso dei potenziali benefici di una gestione affidata in esclusiva ai privati, ma anche degli eventuali conseguenti rischi di assoggettamento del “prodotto culturale” di tale valore alle logiche del libero mercato.
Ma in questo momento di analisi appare necessario cercare di rimettere un po’ d’ordine nelle idee e rifuggire dai luoghi comuni per addivenire ad una possibile concretezza. Le linee principali sono apparse in tal senso l’azzeramento dei problemi del passato ed una accorta gestione manageriale attenta agli sprechi. Allo stato attuale entrambe non appaiono realizzabili, e comunque mai in tempi brevi e senza significativi impatti sociali poiché qualsiasi progetto futuro per il San Carlo appare difatti imprescindibilmente condizionato dall’attuale situazione del personale dipendente: può essere ritenuto il principale problema da risolvere ma non bisogna dimenticare che le prevalenti dottrine, correttamente, identificano tra i principali valori aziendali il patrimonio di risorse e competenze del suo personale.
Premesso difatti che il patrimonio artistico e culturale è un valore assoluto, comune ad ogni organizzazione teatrale, ciò che caratterizza il Massimo è il suo personale, sia artistico che della gestione generale, con la sua capacità di organizzarsi e di esprimere valore per le prestazioni.
Si è molto discusso dell’elevato numero di dipendenti, 400 di cui 355 a tempo indeterminato, con un costo complessivo di 20 mln di euro l’anno, che determina una media di 50.000 euro l’anno per ciascuno di essi ed è questo il punto fondamentale: la valutazione dell’attuale organigramma, con le specifiche competenze ed i relativi costi, attraverso il quale sarà possibile stabilire l’assetto futuro del San Carlo e le sue potenzialità, ma anche prospettare una soluzione alla relativa situazione debitoria per quiescenza e fine rapporto (28 mln di euro), rilevantissima seppure non a breve termine.
Come abbiamo visto, l’attuale management ha identificato in due aspetti la crisi gestionale: la rilevanza dei costi del personale e la contrazione dei contributi dalle Istituzioni.
Questi due aspetti sono senz’altro fondati ma, in assenza di strategie dell’attuale management e possono apparire luoghi comuni e frasi di rito:
- avere un assetto del personale inadeguato, è ben ovvio che genera costi e problemi, ma se affrontati, forse, si trova una soluzione;
- tutti i Teatri è noto che beneficiano di contributi pubblici sempre in contrazione, ma l’esperienza del Lirico di Cagliari ci dimostra che è comunque possibile un pareggio. L’intervento pubblico deve essere riportato anche nel San Carlo ai criteri guida ed alle teorie sulla programmazione economica, e cioè a quella funzione di risorsa integrativa delle entrate caratteristiche dagli spettacoli insufficienti a remunerare gli elevati costi del prodotto culturale.
Dopo aver accumulato milioni di euro di perdite e di debiti anche in chiusura del bilancio al 31 dicembre è evidentemente mancata soprattutto quella cultura e responsabilità d’impresa che dovrebbe accomunare tutte le iniziative economiche, comprese quelle no-profit tra le quali si annovera il San Carlo.
Qui non vi è il popolo del calcio che interviene numeroso, ma neanche una serie maggiore da conquistare: il Teatro San Carlo è fuori da ogni logica di risultato, se non imprescindibilmente legato ad una qualità da esprimere attraverso le competenze del suo personale artistico e gestionale, e se la relativa valutazione dovesse anche parzialmente risultare negativa, le responsabilità non potranno essere astrattamente addebitate solo alle Istituzioni.
E’ la Fondazione, con i suoi organi sociali a dover tempestivamente operare secondo criteri di efficacia e di efficienza che da sempre caratterizzano le imprese — anche no-profit — di successo, senza nemmeno voler ricorrere alle più recenti evoluzioni delle teorie ed applicazioni di marketing, comunicazione, innovazione continua, ma ricorrendo a due criteri vecchi come il mondo per la gestione di qualsivoglia attività: organizzazione e previsione.
Sarebbe bastato un minimo di applicazione e, per tempo, si sarebbe almeno prevenuto lo scenario che si presenta oggi sia di crisi economico-finanziaria che delle prestazioni. Per la futura gestione del Teatro San Carlo, bisognerà fare tesoro della attuale situazione e rifuggire dal consueto atteggiamento simultaneo di rassegnazione e nel contempo di entusiasmo sempre rinnovato del popolo napoletano, di azzerare il pregresso, ed una volta tanto si dovrà evitare di mandare in scena la nota canzone “chi ha avuto, ha avuto, scurdammece ò passato…..”. Resterà un dubbio: si poteva evitare?
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Il Massimo deve rimborsare 19,7 mln
Debiti esigibili entro il 2007
Debiti vs. le banche 5.732.835
Debiti vs. altri finanziatori 534.207
Debiti vs. fornitori 1.989.760
Debiti tributari 3.536.576
Debiti assistenziali e previdenziali 13.379.120
Altri debiti 405.219
Totale debiti a breve 25.577.717
Crediti esigibili entro il 2007
Crediti vs. clienti 219.408
Crediti tributari 2.459.184
Imposte anticipate 1.193
Altri crediti 2.931.047
Disponibilità liquide 274.419
Totale crediti a breve e cassa 5.885.251
Margine di tesoreria -19.692.466

Il margine di tesoreria negativo indica l’incapacità del Massimo a far fronte alla restituzione dei fondti nel 2007 (dati in euro)
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Il Consiglio
Presidente:
Rosa Russo Iervolino

Vicepresidente
Fulvio Tessitore

Consiglieri
Enrico Accinni, Francesco De Simone, Riccardo Di Palma, Pasquale Lambiase, Gioacchino Lanza Tomasi, Francesco Apicella

Collegio dei Revisori
Giovanni di Macco (presidente), Roberto Cappabianca, Mario D’Onofrio
--------------------------------------------------------------------------------
La composizione dei ricavi
2004 2005 2006
Vendita biglietti e abbonamenti 3.809.667 3.771.385 3.439.322*
Contributi istituzionali 27.691.003 26.748.892 23.569.323
Contributi di altri sostenitori 754.214 1.147.303 1.076.632
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Quanto costano i dipendenti
Totale dipendenti 400
Dipendenti a tempo indeterminato 355
Costo medio annuo per dipendente 50.000 euro
Totale costo annuo per i dipendenti 20 mln di euro
Altri compensi artistici e servizi organizzativi 10 mln di euro
Situazione debitoria nei confronti del personale 28 mln di euro
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Finanziamenti pubblici per l’84 per cento
Ricavi da contributi pubblici 84%
Ricavi da altri sostenitori 3,8%
Ricavi per biglietti e abbonamenti 12.2%
RIcavi solo da abbonamenti 6,4%
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La perdita sale a 4,5 mln nel 2006
2006 2005
• Valore della produzione 30.976.814 34.021.898
• Costi della produzione -34.250.158 -35.665.921
di cui personale -19.982.390 -21.021.928
e allestimenti -750.245 -432.480
• Proventi e oneri finanziari -986.182 -666.014
• Partite straordinarie 151.580 1.539.914
• Risultato prima delle imposte -4.107.946 -770.123
• Risultato -4.494.514 -1.069.159

La perdita nel 2006 sale di 3.425.355 euro da poco più di un milione del 2005
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Il Governo taglia i fondi per 3,3 mln
2006 2005 Differenza
Ministero Beni culturali 14.068.073 17.380.870 -3.312.797
Comune di Napoli 1.850.000 1.737.760 112.240
Regione Campania 5.000.000 4.890.096 109.904
Provincia di Napoli 2.651.250 2.740.165 -88.915
Totale 23.569.323 26.748.891 -3.179.568

La flessione dei contributi dei soci fondatori è dovuta al taglio del Fus per 3,3 mln
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Abbonamenti in flessione
2006 2005 differenza
Vendita biglietti 1.633.709 1.728.124 94.414
Quota abbonamenti 1.805.613 2.043.261 237.648
Sponsorizzazioni produzioni 25.917 85.500 59.583
Totale 3.465.240 3.856.885 391.645

Abbonamenti, biglietti e sponsorizzazioni in calo: i ricavi scendono di 400 mila euro

6-07-2007


www.ildenaro.it

 
At 3/8/07 23:38, Anonymous Anonimo said...

Napoli: Teatro S. Carlo commissariato
Rutelli, Provvedimento in attuazione della legge"
(ANSA) - ROMA, 3 AGO - Il Ministro, Francesco Rutelli, ha nominato Salvatore Nastasi Commissario straordinario della Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli. Il provvedimento - ha spiegato Rutelli - si e' reso necessario 'in attuazione delle disposizioni previste dalla legge 31 marzo 2005 n. 43. Tale atto conferma lo spirito di collaborazione con coloro i quali si sono adoperati per far conseguire a questa prestigiosa istituzione culturale il pareggio di bilancio gia' nel 2007'.

 

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