documenti dal Massimo di Palermo
R.S.U.
Fondazione TEATRO MASSIMO
Palermo
Dopo aver appreso dello scellerato progetto del governo di effettuare lennesimo e letale taglio agli stanziamenti destinati alla produzione culturale del Paese, i dipendenti del Teatro Massimo di Palermo restano AMMUTOLITI!!
Come accade ai colleghi di tutte le strutture attive nel settore...
La proposta di legge FINANZIARIA, in discussione al Parlamento, infatti, prevede una riduzione di circa 160 milioni di Euro, sul già esiguo finanziamento di Cinema, Lirica, Sinfonica, Prosa e altre attività culturali decentrate, con le immaginabili conseguenze.
Tale stanziamento, tecnicamente denominato F.U.S(fondo unico dello spettacolo), ha subito, sin dalla sua costituzione, una serie continua di restringimenti, assorbiti quasi esclusivamente dagli incolpevoli operatori.
Stavolta abbiamo la preoccupante sensazione che alcuna miracolosa elemosina giungerà a riparare il grossolano errore di ritenere la spesa per la cultura musicale e teatrale un fastidioso ed improduttivo esborso, secondo una perversa logica di persecuzione di aridi profitti...
La cultura, si sa, non produce quei profitti che qualche geniale (!!) amministratore si aspetterebbe; per riciclarli in squallide e tempistiche operazioni di demagogia politica...
La cultura che noi produciamo, troppo spesso viene degradata al rango di mero intrattenimento.
Pur non essendo tangibile, impegna risorse relativamente modeste (circa lo 0.50 % del PIL), ma segna il livello ed il grado di civiltà del Paese, immunizzandolo da contaminazioni selvagge e barbariche:
In che nazione vivremo se e quando verremo privati di un patrimonio ed una identità secolari?
E pensare che una simile delittuosa operazione, corrisponde circa, ad un risibile 0.8 % dellintera manovra FINANZIARIA!!
In un momento così grave e preoccupante, occorre il contributo di tutti, per scongiurare linevitabile smantellamento dellintero apparato produttivo di Cinema, Teatro e Prosa; e per evitare che il Paese sprofondi nella più bieca arretratezza culturale e civile.
Il nostro augurio è che ognuno possa identificarsi con quanto affermato dal Presidente Ciampi:
...venga riattribuito alla Cultura linsostituibile ruolo dellidentità storica, artistica e sociale di una nazione, elemento primario ed insostituibile di progresso, naturale misuratore del grado di civiltà di un popolo, alla quale tutti i cittadini debbono, per diritto naturale, accedere...
Fondazione TEATRO MASSIMO
Palermo
AMMUTOLITI DAL TAGLIO AL F.U.S.
Dopo aver appreso dello scellerato progetto del governo di effettuare lennesimo e letale taglio agli stanziamenti destinati alla produzione culturale del Paese, i dipendenti del Teatro Massimo di Palermo restano AMMUTOLITI!!
Come accade ai colleghi di tutte le strutture attive nel settore...
La proposta di legge FINANZIARIA, in discussione al Parlamento, infatti, prevede una riduzione di circa 160 milioni di Euro, sul già esiguo finanziamento di Cinema, Lirica, Sinfonica, Prosa e altre attività culturali decentrate, con le immaginabili conseguenze.
Tale stanziamento, tecnicamente denominato F.U.S(fondo unico dello spettacolo), ha subito, sin dalla sua costituzione, una serie continua di restringimenti, assorbiti quasi esclusivamente dagli incolpevoli operatori.
Stavolta abbiamo la preoccupante sensazione che alcuna miracolosa elemosina giungerà a riparare il grossolano errore di ritenere la spesa per la cultura musicale e teatrale un fastidioso ed improduttivo esborso, secondo una perversa logica di persecuzione di aridi profitti...
La cultura, si sa, non produce quei profitti che qualche geniale (!!) amministratore si aspetterebbe; per riciclarli in squallide e tempistiche operazioni di demagogia politica...
La cultura che noi produciamo, troppo spesso viene degradata al rango di mero intrattenimento.
Pur non essendo tangibile, impegna risorse relativamente modeste (circa lo 0.50 % del PIL), ma segna il livello ed il grado di civiltà del Paese, immunizzandolo da contaminazioni selvagge e barbariche:
In che nazione vivremo se e quando verremo privati di un patrimonio ed una identità secolari?
E pensare che una simile delittuosa operazione, corrisponde circa, ad un risibile 0.8 % dellintera manovra FINANZIARIA!!
In un momento così grave e preoccupante, occorre il contributo di tutti, per scongiurare linevitabile smantellamento dellintero apparato produttivo di Cinema, Teatro e Prosa; e per evitare che il Paese sprofondi nella più bieca arretratezza culturale e civile.
Il nostro augurio è che ognuno possa identificarsi con quanto affermato dal Presidente Ciampi:
...venga riattribuito alla Cultura linsostituibile ruolo dellidentità storica, artistica e sociale di una nazione, elemento primario ed insostituibile di progresso, naturale misuratore del grado di civiltà di un popolo, alla quale tutti i cittadini debbono, per diritto naturale, accedere...
-Lattuale Governo dal 2001 ad oggi, ha sempre più diminuito i fondi destinati al Fondo Unico per lo spettacolo. Questanno la prima proposta è stata di abbattere i contributi del 40%., circa 60 milioni di Euro Dopo le proteste, oggi questo taglio previstoè arrivato ad 80 milioni. Ci chiediamo perchè il Ministro Buttiglione non si sia ancora dimesso visto che aveva dichiarato che non avrebbe mai accettato alcun taglio del fus.
-Il Sovrintendente del Teatro italiano più rappresentativo nel mondo, ha dato alcune cifre per fare comprendere come viene considerata la cultura nel nostro paese. Per esempio nel 2004 la Scala appunto ha avuto contributi pubblici per 44 milioni di euro (il 48,4% del suo bilancio), l'Opera di Parigi 94 (60,9%), la Staatsoper di Vienna 51,5 (57%), la Bayerische Staatsoper di Monaco 48,5 (64%). Se questi sono i numeri per La Scala, pensate cosa succede in tutti i teatri.
-Il taglio di questanno avviene contemporaneamente al finanziamento con capitali privati e soprattutto pubblici per la creazione di Parma Capitale della musica e della nuova stagione del Teatro Regio di Parma che con la sua nuova gestione riceve un enorme contributo immediato per lo svolgimento della prossima stagione lirico-sinfonica, mentre nelle altre città le Fondazioni teatrali ricevono tagli che per alcune significano una possibile programmazione per non oltre 6 mesi di attività. Questa è la chiaradimostrazione che non esiste nella volontà dei Governanti un disegno omogeneo per una politica Culturale, e che questo sistema genera colpevolmente figli e figliastri.
-La politica di contenimento delle spese deve essere organica ed omogenea, ma non può drasticamente intaccare le fonti di sviluppo civile e sociale che sono la Cultura, la Formazione Intellettuale, il Patrimonio delle conoscenze, di cui lItalia è andata orgogliosa per secoli, e che oggi questa proposta di finanziaria vuole svalutare rischiando di relegare il nostro Bel Paese agli ultimi posti nelle classifiche Europee e mondiali.
-Non è né accettabile né auspicabile una Nazione che indottrina il suo popolo alla ricerca di un posto di presentatore o di valletta in qualche discutibile show televisivo invece di accrescerne il livello culturale. Un popolo ignorante si sa, è più addomesticabile, e non solo dalle organizzazioni malavitose, ma anche dai Governi, che però in questo caso non possono chiamarsi Democratici solo perché vengono eletti da quello stesso popolo.
-Ci troviamo in un Teatro che è stato costruito nel secolo scorso e vanta una tradizione di Spettacoli, Artisti, Direttori, Registi enorme che non si po cancellare. Ma quella di stasera non è soltanto una rivendicazione dei lavoratori in difesa del loro posto di lavoro. Questa è solo la evidente conseguenza di una volontà di degradazione, uccidendo la CULTURA, e non il principale motivo. E per questa ragione risulta incomprensibile la diversità di comportamento da parte di chi gestisce il Teatro o la Cosa pubblica, nei confronti di questa manifestazione. Per esempio forse non tutti sanno che in questo momento anche le altre Fondazione sparse in tutta Italia stanno eseguendo simbolicamente la Messa di Requiem, chi in forma integrale chi in forma ridotta, con la partecipazione di solisti accorsi da ogni parte, per sottolineare la possibile MORTE DELLA CULTURA, ed in molti teatri lappoggio anche politico è totale. Per esempio ci sono Sovrintendenti che leggono i comuniati sindacali, Sindaci che forniscono permessi speciali per il parcheggio ed altri che hanno allestito Megaschermi per fare conoscere anche al di fuori quello che si vuole manifestare. E quindi evidente che anche i nostri governanti locali assenti devono comprendere che la MORTE del Teatro Massimo, o dellorchestra Sinfonica Siciliana, significa la possibile MORTE dei Conservatori, delle Accademie Pubbliche e Private, che a catena ci riporta allorigine del problema: LIMBARBARIMENTO DELLA COMUNITA.
-Le risorse economiche consentono ai Teatri Italiani di effettuare una programmazione seria, duratura e sicura. Ed il taglio di queste non può non interessare in primo luogo proprio chi amministra queste risorse, che una volta ridotte in modo così drastico, non consentono lo svolgimento dei programmi previsti. Tutti noi restiamo sorpresi del fatto che al fianco dei Lavoratori e degli Artisti che questa sera si trovano su questo palcoscenico, non ci sia proprio chi è responsabile dellutilizzo di questa gestione e della progettazione artistica di questo Teatro. Questa non è una manifestazione di protesta che contrappone i Lavoratori alla sua Dirigenza, bensì la dimostrazione di sdegno, di indignazione, di rabbia del mondo della CULTURA contro la insensibilità di un Governo verso un tema così importante per lo sviluppo delle nostre generazioni future.
-Il Sovrintendente del Teatro italiano più rappresentativo nel mondo, ha dato alcune cifre per fare comprendere come viene considerata la cultura nel nostro paese. Per esempio nel 2004 la Scala appunto ha avuto contributi pubblici per 44 milioni di euro (il 48,4% del suo bilancio), l'Opera di Parigi 94 (60,9%), la Staatsoper di Vienna 51,5 (57%), la Bayerische Staatsoper di Monaco 48,5 (64%). Se questi sono i numeri per La Scala, pensate cosa succede in tutti i teatri.
-Il taglio di questanno avviene contemporaneamente al finanziamento con capitali privati e soprattutto pubblici per la creazione di Parma Capitale della musica e della nuova stagione del Teatro Regio di Parma che con la sua nuova gestione riceve un enorme contributo immediato per lo svolgimento della prossima stagione lirico-sinfonica, mentre nelle altre città le Fondazioni teatrali ricevono tagli che per alcune significano una possibile programmazione per non oltre 6 mesi di attività. Questa è la chiaradimostrazione che non esiste nella volontà dei Governanti un disegno omogeneo per una politica Culturale, e che questo sistema genera colpevolmente figli e figliastri.
-La politica di contenimento delle spese deve essere organica ed omogenea, ma non può drasticamente intaccare le fonti di sviluppo civile e sociale che sono la Cultura, la Formazione Intellettuale, il Patrimonio delle conoscenze, di cui lItalia è andata orgogliosa per secoli, e che oggi questa proposta di finanziaria vuole svalutare rischiando di relegare il nostro Bel Paese agli ultimi posti nelle classifiche Europee e mondiali.
-Non è né accettabile né auspicabile una Nazione che indottrina il suo popolo alla ricerca di un posto di presentatore o di valletta in qualche discutibile show televisivo invece di accrescerne il livello culturale. Un popolo ignorante si sa, è più addomesticabile, e non solo dalle organizzazioni malavitose, ma anche dai Governi, che però in questo caso non possono chiamarsi Democratici solo perché vengono eletti da quello stesso popolo.
-Ci troviamo in un Teatro che è stato costruito nel secolo scorso e vanta una tradizione di Spettacoli, Artisti, Direttori, Registi enorme che non si po cancellare. Ma quella di stasera non è soltanto una rivendicazione dei lavoratori in difesa del loro posto di lavoro. Questa è solo la evidente conseguenza di una volontà di degradazione, uccidendo la CULTURA, e non il principale motivo. E per questa ragione risulta incomprensibile la diversità di comportamento da parte di chi gestisce il Teatro o la Cosa pubblica, nei confronti di questa manifestazione. Per esempio forse non tutti sanno che in questo momento anche le altre Fondazione sparse in tutta Italia stanno eseguendo simbolicamente la Messa di Requiem, chi in forma integrale chi in forma ridotta, con la partecipazione di solisti accorsi da ogni parte, per sottolineare la possibile MORTE DELLA CULTURA, ed in molti teatri lappoggio anche politico è totale. Per esempio ci sono Sovrintendenti che leggono i comuniati sindacali, Sindaci che forniscono permessi speciali per il parcheggio ed altri che hanno allestito Megaschermi per fare conoscere anche al di fuori quello che si vuole manifestare. E quindi evidente che anche i nostri governanti locali assenti devono comprendere che la MORTE del Teatro Massimo, o dellorchestra Sinfonica Siciliana, significa la possibile MORTE dei Conservatori, delle Accademie Pubbliche e Private, che a catena ci riporta allorigine del problema: LIMBARBARIMENTO DELLA COMUNITA.
-Le risorse economiche consentono ai Teatri Italiani di effettuare una programmazione seria, duratura e sicura. Ed il taglio di queste non può non interessare in primo luogo proprio chi amministra queste risorse, che una volta ridotte in modo così drastico, non consentono lo svolgimento dei programmi previsti. Tutti noi restiamo sorpresi del fatto che al fianco dei Lavoratori e degli Artisti che questa sera si trovano su questo palcoscenico, non ci sia proprio chi è responsabile dellutilizzo di questa gestione e della progettazione artistica di questo Teatro. Questa non è una manifestazione di protesta che contrappone i Lavoratori alla sua Dirigenza, bensì la dimostrazione di sdegno, di indignazione, di rabbia del mondo della CULTURA contro la insensibilità di un Governo verso un tema così importante per lo sviluppo delle nostre generazioni future.
1 Comments:
Dobbiamo lottare per uno non solo stato libero e democratico ma soprattutto COLTO! La cultura non è un costo, nè uno spèrpero, ma un investimento.....se non vogliamo che i nostri figli vengano educati da deplorevoli reality-show dobbiamo sostenere la lotta dei lavoratori del settore dello spettacolo, quello vero...
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