21 febbraio 2006

su "La Stampa" di oggi

nelle pagine nazionali dedicate alla cultura troviamo
1) un articolo dedicato alla manifestazione di ieri a torino:

2) un articolo del mitico Cappelletto, dal titolo "Ma in fondo è una guerra tra poveri":

3) ed un articolo riguardante l'incontro di milano, che è presente anche sul sito web del quotidiano, dal quale copio e incollo:

Cultura 21 febbraio 2006
UNA GRANDE MANIFESTAZIONE A MILANO E UN’ASSEMBLEA A TORINO. COSÌ IL MONDO DELLO SPETTACOLO DICE NO AI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO
Tagli
Va in scena la protesta
di Chiara Beria di Argentine

Un'immagine della manifestazione dei lavoratori dello spettacolo a Torino

MILANO. Dal microfono, Luigi Corbani stoppa i fischi e boati che hanno accolto nella sala dell'Auditorium Verdi il ministro dei Beni Culturali, Rocco Buttiglione e, ancora più, l'intervento del coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi, avvertendo: «Non facciamoci del male! Non siamo un'assemblea di sciamannati né, come qualcuno pensa, un settore in preda ai bolscevichi. La cultura è prima di tutto pluralismo, abbiamo invitato esponenti dei due poli: chi è venuto merita rispetto, altri, parlo di Ignazio La Russa, non hanno accettato il confronto». Poi, l'ex leader migliorista (è uscito dal Pci nel 1992) che, nella sua seconda vita, ha creato l'orchestra sinfonica Verdi (più di 200 mila spettatori l'anno) si rivolge ai politici sul palco. «Trovo francamente umiliante», attacca Corbani, «che, mentre si riducono al lumicino i fondi per le nostre associazioni, il presidente del Senato spenda 335 mila euro per un solo concerto. Noi della Verdi, per esempio, con 350 mila euro facciamo 238 concerti l'anno.

Ed è umiliante non tanto per chi quei soldi li dà ma per chi li riceve, personaggi che spesso ci fanno lezioni su come usare i fondi pubblici ed evitare gli sprechi!».

Applausi in sala; sorrisi imbarazzati dei rappresentanti della Cdl (oltre a Buttiglione e Bondi, l'onorevole Bruno Tabacci). E così, al convegno dal provocatorio titolo «Un futuro senza musica», organizzato ieri a Milano da 200 associazioni musicali di tutt'Italia per protestare contro i tagli al Fus (Fondo unico per lo spettacolo), ridotto quest'anno del 30%, ovvero a 375 milioni di euro (per il 2007-2008 il governo ha previsto un ulteriore taglio del 21,66%) si è materializzato il fantasma di Riccardo Muti, il maestro che il 18 dicembre è stato chiamato dal presidente Marcello Pera a dirigere a palazzo Madama l'orchestra giovanile Luigi Cherubini. A chi tanto a chi poco: se questa denuncia è fondata, presto, c'è da scommetterci, assisteremo ad altre polemiche. «Questi tagli non sono da Paese civile. Capisco perché Urbani se n'è andato, capisco meno come faccia Buttiglione a restare ministro», ha attaccato il leader della Margherita, Francesco Rutelli. «Viviamo nel panico», con quest'angosciante frase inizia il documento - tra denunce e proposte, in tutto 9 pagine - presentato ai politici dagli organizzatori del convegno.

Principali richieste: riportare il Fus allo stesso livello del 2001, detrazioni fiscali che favoriscano gli investimenti privati e trasparenza. Titolo del capitolo più scabroso: «Per la cronaca nera», ovvero la questione dei «fondi extra Fus». Mentre le associazioni (orchestre, festival, concorsi), vera rete capillare sul territorio - dalle grandi città ai piccoli centri, hanno 100 mila abbonati e 3 milioni di biglietti venduti l'anno- rischiano di morire per mancanza di quattrini (oggi ricevono 71 milioni di euro pari allo 0,02% del bilancio dello Stato) e mentre una città di grande tradizione cultural-musicale come Napoli dopo la soppressione della Scarlatti non ha più una orchestra degna di questo nome, altrove, ovvero a Parma, città del ministro Pietro Lunardi, con un sindaco della Cdl scelta dagli «esuli della Scala», Muti e Mauro Meli, i soldi pioverebbero a catinelle. Una Spa del ministro dei Lavori Pubblici, la Arcus, secondo gli autori dal documento «ha utilizzato, nel più profondo segreto, i propri fondi e concesso al comune di Parma 3 milioni e 200 mila euro per le attività musicali nel prossimo triennio e altri 3 milioni di euro all'orchestra filarmonica Toscanini. Tutto questo è coinciso con il rifiuto di finanziare la Verdi di Milano...100 giovani musicisti rischiano la disoccupazione». Una querelle che, Rutelli a parte, gli altri politici accorsi in folta schiera al convegno non hanno raccolto.

Tempo di elezioni. Dopo gli interventi del diessino presidente dalla Provincia di Milano, Filippo Penati (tiene molto alla salute anche delle bande e lo ripete spesso), di Bruno Ferrante, candidato del centro sinistra al Comune (le sue avversarie, Letizia Moratti e Ombretta Colli, pur invitate non hanno partecipato), ha preso la parola il segretario dei Ds Piero Fassino. «I tagli al Fus sono figli di mancanza culturale più che di un errore contabile», ha detto (ma nel documento non mancano critiche anche ai governi di sinistra). «Noi vogliamo riportarlo ai livelli del 2001». Non solo. Fassino ha aggiunto che «è tempo di pensare a un grande ministero, lo chiamerei "della Civiltà", che riunisca competenze oggi sparse, dai Beni culturali al Turismo ai temi dell'ambiente...Occorre insomma un nuovo approccio in un Paese, come l'Italia, che ha nella dimensione estetica un suo elemento d'identità».

Dopo le contestazioni a Bondi (tra i successi del governo Berlusconi ha citato oltre alla ricostruzione della Scala e della Fenice anche il Petruzzelli di Bari. «L'hai visto solo tu!» urlo dalla sala) il ministro Buttiglione ha invece ammesso la sua sconfitta, però parziale: «Ho fatto di tutto contro i tagli...Almeno ho ottenuto che fossero potentemente ridotti». Infine, ecco la sua proposta: ripristinare una tassa, quella «sullo scopo», inventata da Giulio Andreotti nel dopoguerra per finanziare il settore. Remake in stile poveri ma belli? Avverte Buttiglione: «Abbiamo davanti un anno duro, non facciamoci illusioni».


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