l'angolo della satira: lettera a berlusconi
Caro Cavalier Berlusconi,
le scrivo per metterla in guardia da un imminente pericolo. Non credo di metterla in imbarazzo dicendole che ha manie di grandezza, daltro canto non trovo nulla di male nel prefiggersi obbiettivi molto alti. Io per esempio volevo scrivere agli assessori provinciali del Piemonte, e poi ho deciso di esagerare scegliendo Lei come destinatario.
Arriviamo al pericolo, che lei può scongiurare; infatti Lei potrebbe passare alla storia come il politico che ha fatto chiudere i teatri italiani. Proprio un intenditore come Lei, che sa apprezzare la musica al punto di avere un menestrello personale! Naturalmente è inutile ricordarle che il melodramma nasce in Italia nell'anno 1600, con l'Euridice di Jacopo Peri, e che poi l'opera viene esportata in tutto il mondo. E' anche scontato rammentare che per secoli i grandi signori dell'aristocrazia ostentavano il loro potere commissionando opere nuove ai migliori compositori sulla piazza, come fece ad esempio quella volta Leopoldo II, per la propria incoronazione, che chiese a Mozart un'opera in lingua italiana e ne venne fuori La clemenza di Tito. Ma queste cose Lei le sa bene, temo solo sia vittima di un ingenuo giro di parole che possono averla indotta a ritenere opportuna e giusta la riduzione del Fondo unico per lo spettacolo prevista nella manovra finanziaria.
Mi consenta di farle presente che passare alla storia, oltre che per indiscussi meriti, anche per aver chiuso i teatri italiani è uno sbaglio un po' grossolano. Comunque se la cosa è già decisa vorrei darle un suggerimento: la successiva chiusura dei Conservatori. Certo io non sono di questa politica, ma in effetti a quel punto anche i musei potrebbero essere sostituiti da visite virtuali via internet e, perché no, trasformare la Galleria Borghese in uno splendido beauty-farm (la chirurgia plastica oggi rende moltissimo!). E l'accademia dei Lincei? Si potrebbe trasformare in una nuova casa del grande fratello? Dopo il calo d'ascolti dell'ultima edizione qualche cosa bisognerebbe studiare.
Le idee sono tante, milioni di milioni. Io sono per il sostegno della cultura ma Lei, si sa, non ha bisogno del permesso degli italiani per fare quello che vuole fare...
le scrivo per metterla in guardia da un imminente pericolo. Non credo di metterla in imbarazzo dicendole che ha manie di grandezza, daltro canto non trovo nulla di male nel prefiggersi obbiettivi molto alti. Io per esempio volevo scrivere agli assessori provinciali del Piemonte, e poi ho deciso di esagerare scegliendo Lei come destinatario.
Arriviamo al pericolo, che lei può scongiurare; infatti Lei potrebbe passare alla storia come il politico che ha fatto chiudere i teatri italiani. Proprio un intenditore come Lei, che sa apprezzare la musica al punto di avere un menestrello personale! Naturalmente è inutile ricordarle che il melodramma nasce in Italia nell'anno 1600, con l'Euridice di Jacopo Peri, e che poi l'opera viene esportata in tutto il mondo. E' anche scontato rammentare che per secoli i grandi signori dell'aristocrazia ostentavano il loro potere commissionando opere nuove ai migliori compositori sulla piazza, come fece ad esempio quella volta Leopoldo II, per la propria incoronazione, che chiese a Mozart un'opera in lingua italiana e ne venne fuori La clemenza di Tito. Ma queste cose Lei le sa bene, temo solo sia vittima di un ingenuo giro di parole che possono averla indotta a ritenere opportuna e giusta la riduzione del Fondo unico per lo spettacolo prevista nella manovra finanziaria.
Mi consenta di farle presente che passare alla storia, oltre che per indiscussi meriti, anche per aver chiuso i teatri italiani è uno sbaglio un po' grossolano. Comunque se la cosa è già decisa vorrei darle un suggerimento: la successiva chiusura dei Conservatori. Certo io non sono di questa politica, ma in effetti a quel punto anche i musei potrebbero essere sostituiti da visite virtuali via internet e, perché no, trasformare la Galleria Borghese in uno splendido beauty-farm (la chirurgia plastica oggi rende moltissimo!). E l'accademia dei Lincei? Si potrebbe trasformare in una nuova casa del grande fratello? Dopo il calo d'ascolti dell'ultima edizione qualche cosa bisognerebbe studiare.
Le idee sono tante, milioni di milioni. Io sono per il sostegno della cultura ma Lei, si sa, non ha bisogno del permesso degli italiani per fare quello che vuole fare...
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