ci siamo trasferite QUI!
La Terra dei Cachi
(Salviamo la Cultura)
02 aprile 2013
19 maggio 2010
Adesione del Presidente della Regione Puglia all'iniziativa delle Fondazioni Lirico Sinfoniche del 17 maggio
15 maggio 2010
Petizione pubblica per chiedere il ritiro immediato del decreto riguardante la riforma degli enti lirici in Italia.
05 maggio 2010
ANCORA TU... MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIU'?
Domenica il teatro ha scioperato per la prima di Barbiere.
Torino era blindata per la presenza del Papa.
Diluviava e tirava vento, tutto il mondo era nel duomo per la Sindone.
Una buona parte dell'orchestra si è piazzata nell'atrio delle carrozze e ha suonato l'ouverture, poi 4 colleghi del coro si sono prestati a cantare arie e duetti celebri del Barbiere: le ovazioni si sono sprecate, i colleghi hanno anche fatto un gran figurone professionalmente parlando e i momenti di commozione non sono mancati, poi breve (?) discorsetto esplicativo di un rappresentante dell'orchestra, oltre al volantino sul decreto.
I cartelloni sulla facciata sono stati osteggiati da agenti della Digos, ma poi sfacciatamente ri-appesi.
Il pubblico , pur non esageratamente numeroso, ha appoggiato con entusiasmo.
Si spera di replicare per la prima di Elisir.
12 novembre 2008
petizione online!
è online sul sito del Regio di Torino una petizione per la salvaguardia di tutti i teatri italiani. da firmare e diffondere il più possibile!
http://www.teatroregio.torino.it/it/petizione
A TORINO IL TEATRO REGIO APERTO PER PROTESTA
ecco il comunicato ufficiale della nuova iniziativa:
A TORINO IL TEATRO REGIO APERTO PER PROTESTA
Giovedì 13 Novembre dalle ore 10 alle ore 22.30
I lavoratori del Teatro Regio di Torino hanno deciso di aprire le porte del Teatro per accogliere la cittadinanza in una giornata di prove, una giornata in cui la protesta contro i tagli annunciati dal governo si trasformerà in un giorno straordinario in cui tutti potranno scoprire da vicino come si svolge il lavoro quotidiano al Regio, tra prove d’orchestra e prove del Coro, montaggio di allestimenti e visite guidate, prove di scena e audizioni musicali, attività per le scuole e preparazioni tecniche.
Culmine della manifestazione il concerto alle ore 21 diretto dal M° Gianandrea Noseda, che ha accettato di essere vicino ai lavoratori in questo delicatissimo momento, durante il quale verranno eseguiti alcuni brani di Giuseppe Verdi, imperituro simbolo di libertà e ingegno.
L’idea del “Teatro aperto per protesta” è nata dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie del Regio di Torino (con l’appoggio delle Organizzazioni sindacali territoriali) e ha ottenuto immediatamente la piena disponibilità dei lavoratori nei confronti di una modalità totalmente nuova per coinvolgere e rendere partecipe tutta la città dei gravissimi rischi che sta correndo la cultura. La musica, in particolare, viene considerata dal governo un bene superfluo e non un ingrediente necessario alla qualità della vita dimenticando, per comodità, quanto l’opera sia elemento fondante della cultura italiana oltre che un valore produttivo di prestigio. Se l’italiano non è una lingua morta al di fuori dei confini nazionali è perché in tutti i teatri del mondo rimane la lingua imprescindibile e principale, se le istituzioni musicali italiane vengono acclamate nelle tournée all’estero è perché la nostra cifra artistica rimane un punto di riferimento riconosciuto da tutti, mentre chi dovrebbe difendere e diffondere il made in Italy sembra disprezzarlo, riducendolo a un capriccio per pochi.
Vi invitiamo Giovedì 13 novembre al Teatro Regio di Torino per incontrarci e parlarci direttamente, per condividere esperienze e opinioni, perché la morte dei teatri d’opera non vuol dire solo meno posti di lavoro in una città sempre più segnata dalle chiusure, ma vuol dire la cancellazione di un bene collettivo e che, quindi, è sia nostro che vostro.
La scaletta della giornata:
1. dalle ore 10 alle ore 13.30 Prove d’orchestra in sala Regia con il M.° Noseda
2. dalle ore 15 alle ore 18 Prove del Coro in sala Regia con il M.° Gabbiani e il M.° Noseda
3. dalle ore 19 alle ore 20.30 Gruppi da camera del Teatro Regio accoglieranno i visitatori facendo ascoltare alcuni brani musicali
4. ore 21 Concerto dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio diretto da Gianandrea Noseda
31 ottobre 2008
SI RICOMINCIAAAAA
da una mail di caterina:
30/11/08http://www.flickr.com/photos/56017673@N00/sets/72157608527680214/
che giornata!
cantare in mezzo a migliaia di persone, bambini accovacciati tra le file di violini, tutti che urlavano BRA-VI BRA-VI ad ogni fine brano, tirare fuori gli striscioni di tre anni fa e vedere i colleghi che allora ci guardavano con sospetto (eufemismo) addirittura arrampicarsi sul cornicione per attaccarli ed aggiustarli, e soprattutto sentirsi urlare GRAZIE GRAZIE GRAZIE dalla città, avere il maestro del coro Roberto Gabbiani che canta nei bassi e piu tardi in sala coro a momenti si commuove ricordando il '68...
sono state sensazioni indescrivibili, paragonabili solo al requiem del 25 novembre 2005 quando entrando in palcoscenico abbiamo visto un teatro affollatissimo alzarsi e dedicarci una standing ovation di un quarto d'ora... con tutta la fatica che avevamo fatto ad organizzarlo...
davvero una mattinata da lacrime agli occhi...
Grazie a chi a dato l'idea, a chi l'ha sviluppata, a chi ha partecipato, grazie a tutti
auguro a tutti coloro che non c'erano stamattina di riuscire ad organizzare e vivere una giornata simile nelle vostre città e di riuscire a viverne una tutti insieme..
SI RICOMINCIAAAAA
07 ottobre 2008
quello che il ministro non sa
Il ministro Bondi dice che i lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche godono di privilegi ingiustificati senza garantire un'adeguata produttività.
Io lo sapevo già di essere una lavoratrice privilegiata, non ci voleva mica il ministro Bondi per dirmelo. Sono privilegiata perchè amo il mio lavoro, perchè faccio un lavoro che mi diverte, che mi dà gioia, perché lavorare mi rende felice, perché ciò che produco è arte e ne sono fiera. Sono privilegiata perché col mio lavoro do gioia agli altri, al pubblico che viene a vedere gli spettacoli, alle persone che amano la cultura e le cose belle e che pagano il biglietto per poter assistere a un'opera o a un concerto. Pagano il biglietto perché sanno che ciò che vanno a vedere ha un valore.
Intendiamoci, non è che mi sono svegliata una mattina e ho pensato: ma sì, farò la cantante, che tanto che ci vuole, sono capaci tutti,ma questo il ministro non lo sa. Ho iniziato a studiare musica in quinta elementare, eh: mentre le mie compagne giocavano in cortile io stavo lì col violino a cercare di tirar fuori dei suoni decenti. Una libera scelta, per carità. Ho studiato musica da quando ero alle elementari e forse ho acquisito una certa specializzazione (anzi, mi dicono che addirittura mi si sono sviluppate delle aree del cervello che non si sviluppano in non-musicisti, tanto per dire quanto incida su una persona lo studio della musica). E' un privilegio che questa specializzazione venga pagata? Mi pagano per fare il mio lavoro, anche questo è un bel privilegio, in effetti. Su una cosa sono d'accordo: la produttività. Ce ne lamentiamo sempre anche noi: vogliamo fare più concerti, più opere, vogliamo divertirci di più. Purtroppo chi programma le stagioni negli ultimi anni non è stato in grado di farci produrre. Ma questo il ministro pare non saperlo. Lui crede che la colpa sia nostra.
Il ministro Bondi dice che lavoro 16 ore a settimana, che sono sempre a casa in riposo compensativo, che ho un secondo lavoro e che mi pagano fino a 17 mensilità. Queste cose sono io che non le sapevo. Ora vado subito dal capo del personale a chiedere dove sono finite le mensilità in più che non ho mai percepito, perchè si vede che qualcuno se le è intascate a mia insaputa. Quanto alle ore di lavoro, che non sono 16, il ministro non sa che chi sceglie di fare questa professione deve costantemente esercitarsi per mantenere e migliorare sempre il propio livello artistico, e che un cantante non mette mai via lo strumento, come ha detto qualcuno. Un musicista non "fa" il musicista: "è" un musicista.
Bondi dice anche che le fondazioni lirico sinfoniche spendono il 70% del loro budget in stipendi. Ora basta andare a vedere il bilancio del Teatro Regio di Torino per vedere che il costo della produzione ammonta a 49.258.658€ e il costo degli stipendi e dei salari a 16.087587€ e quindi capire che forse una delle cose che il ministo non sa fare sono i conti.
Il giornalista che lo intervista gli chiede se non pensa che 14 fondazioni lirico-sinfoniche siano troppe e lui risponde che la Scala e il Santa Cecilia hanno un ruolo e una visibilità particolari. O il giornalista ha tagliato metà della risposta o il ministro ha dei problemi a capire le domande che gli vengono poste. E sì che è un ministro e chissà quanto lo pagano! Comunque viene da pensare che la risposta fosse: sì, sono troppe, solo la Scala e il Santa Cecilia meritano di essere salvate, o qualcosa del genere. Allora vorrei chiedere al ministro: come mai i teatri sono sempre esauriti e molti spettatori si lamentano del fatto che trovare un biglietto sia un'impresa impossibile, se le fondazioni sono troppe rispetto alla richiesta di cultura che c'è in Italia? E se 14 fondazioni lirico-sinfoniche sono troppe, vogliamo parlare del numero dei ministeri che ci sono? Ma dico, è davvero necessario un ministro per la gioventù (Meloni)? E quello per la semplificazione normativa (Calderoli)? E un ministro apposta che si occupa dei rapporti col parlamento (Vito)? Ce n'è uno persino preposto all'attuazione del programma di governo (Rotondi)! Ma a questo punto il ministro mi potrebbe dire: che c'entrano i ministeri inutili con le fondazioni lirico-sinfoniche e io dovrei convenire con lui che, in effetti, non c'entrano niente, ma si parlava di sprechi e mi è venuto in mente. Allora per essere pertinente direi al ministro che lui forse non lo sa che l'opera è nata in Italia nel 1500, e che 14 fondazioni lirico-sinfoniche in Italia forse son persin poche.
Una cosa che il ministro evidentemente non sa è che le fondazioni lirico-sinfoniche sono una risorsa, una ricchezza. Sarebbe come chiedere a qualcuno che ha 14 Ferrari nel garage se non crede che siano troppe e se non sarebbe il caso di farne rottamare una decina. Mica in cambio di qualcosa, eh, solo così, per risparmiare spazio. Certo che se uno ha delle Ferrari e poi le usa come se fossero 500 ha anche ragione di lamentarsi che gli costano troppo. Solo che la colpa non è delle macchine, ma di chi non le sa pilotare.
C'è una cosa che invece il ministro sa bene ed è che se fai delle dichiarazioni ai giornali anche se sono false le pubblicano, e anche se sono false la gente ci crede e così chissenefrega di quei quattro sfigati di musicisti che andranno ad infoltire le fila dei disoccupati. Per poter pensare alla cultura bisogna prima aver soddisfatto i bisogni primari, la musica mica si mangia. Ma per passare alla soddisfazione dei bisogni secondari bisognerebbe essere in un paese civile. E il ministro lo sa, che siamo in Italia.
floriatosca