31 ottobre 2008

SI RICOMINCIAAAAA





da una mail di caterina:

30/11/08

che giornata!
cantare in mezzo a migliaia di persone, bambini accovacciati tra le file di violini, tutti che urlavano BRA-VI BRA-VI ad ogni fine brano, tirare fuori gli striscioni di tre anni fa e vedere i colleghi che allora ci guardavano con sospetto (eufemismo) addirittura arrampicarsi sul cornicione per attaccarli ed aggiustarli, e soprattutto sentirsi urlare GRAZIE GRAZIE GRAZIE dalla città, avere il maestro del coro Roberto Gabbiani che canta nei bassi e piu tardi in sala coro a momenti si commuove ricordando il '68...
sono state sensazioni indescrivibili, paragonabili solo al requiem del 25 novembre 2005 quando entrando in palcoscenico abbiamo visto un teatro affollatissimo alzarsi e dedicarci una standing ovation di un quarto d'ora... con tutta la fatica che avevamo fatto ad organizzarlo...
davvero una mattinata da lacrime agli occhi...

Grazie a chi a dato l'idea, a chi l'ha sviluppata, a chi ha partecipato, grazie a tutti

auguro a tutti coloro che non c'erano stamattina di riuscire ad organizzare e vivere una giornata simile nelle vostre città e di riuscire a viverne una tutti insieme..

SI RICOMINCIAAAAA
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07 ottobre 2008

quello che il ministro non sa

Il ministro Bondi dice che i lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche godono di privilegi ingiustificati senza garantire un'adeguata produttività.
Io lo sapevo già di essere una lavoratrice privilegiata, non ci voleva mica il ministro Bondi per dirmelo. Sono privilegiata perchè amo il mio lavoro, perchè faccio un lavoro che mi diverte, che mi dà gioia, perché lavorare mi rende felice, perché ciò che produco è arte e ne sono fiera. Sono privilegiata perché col mio lavoro do gioia agli altri, al pubblico che viene a vedere gli spettacoli, alle persone che amano la cultura e le cose belle e che pagano il biglietto per poter assistere a un'opera o a un concerto. Pagano il biglietto perché sanno che ciò che vanno a vedere ha un valore.
Intendiamoci, non è che mi sono svegliata una mattina e ho pensato: ma sì, farò la cantante, che tanto che ci vuole, sono capaci tutti,ma questo il ministro non lo sa. Ho iniziato a studiare musica in quinta elementare, eh: mentre le mie compagne giocavano in cortile io stavo lì col violino a cercare di tirar fuori dei suoni decenti. Una libera scelta, per carità. Ho studiato musica da quando ero alle elementari e forse ho acquisito una certa specializzazione (anzi, mi dicono che addirittura mi si sono sviluppate delle aree del cervello che non si sviluppano in non-musicisti, tanto per dire quanto incida su una persona lo studio della musica). E' un privilegio che questa specializzazione venga pagata? Mi pagano per fare il mio lavoro, anche questo è un bel privilegio, in effetti. Su una cosa sono d'accordo: la produttività. Ce ne lamentiamo sempre anche noi: vogliamo fare più concerti, più opere, vogliamo divertirci di più. Purtroppo chi programma le stagioni negli ultimi anni non è stato in grado di farci produrre. Ma questo il ministro pare non saperlo. Lui crede che la colpa sia nostra.
Il ministro Bondi dice che lavoro 16 ore a settimana, che sono sempre a casa in riposo compensativo, che ho un secondo lavoro e che mi pagano fino a 17 mensilità. Queste cose sono io che non le sapevo. Ora vado subito dal capo del personale a chiedere dove sono finite le mensilità in più che non ho mai percepito, perchè si vede che qualcuno se le è intascate a mia insaputa. Quanto alle ore di lavoro, che non sono 16, il ministro non sa che chi sceglie di fare questa professione deve costantemente esercitarsi per mantenere e migliorare sempre il propio livello artistico, e che un cantante non mette mai via lo strumento, come ha detto qualcuno. Un musicista non "fa" il musicista: "è" un musicista.
Bondi dice anche che le fondazioni lirico sinfoniche spendono il 70% del loro budget in stipendi. Ora basta andare a vedere il bilancio del Teatro Regio di Torino per vedere che il costo della produzione ammonta a 49.258.658€ e il costo degli stipendi e dei salari a 16.087587€ e quindi capire che forse una delle cose che il ministo non sa fare sono i conti.
Il giornalista che lo intervista gli chiede se non pensa che 14 fondazioni lirico-sinfoniche siano troppe e lui risponde che la Scala e il Santa Cecilia hanno un ruolo e una visibilità particolari. O il giornalista ha tagliato metà della risposta o il ministro ha dei problemi a capire le domande che gli vengono poste. E sì che è un ministro e chissà quanto lo pagano! Comunque viene da pensare che la risposta fosse: sì, sono troppe, solo la Scala e il Santa Cecilia meritano di essere salvate, o qualcosa del genere. Allora vorrei chiedere al ministro: come mai i teatri sono sempre esauriti e molti spettatori si lamentano del fatto che trovare un biglietto sia un'impresa impossibile, se le fondazioni sono troppe rispetto alla richiesta di cultura che c'è in Italia? E se 14 fondazioni lirico-sinfoniche sono troppe, vogliamo parlare del numero dei ministeri che ci sono? Ma dico, è davvero necessario un ministro per la gioventù (Meloni)? E quello per la semplificazione normativa (Calderoli)? E un ministro apposta che si occupa dei rapporti col parlamento (Vito)? Ce n'è uno persino preposto all'attuazione del programma di governo (Rotondi)! Ma a questo punto il ministro mi potrebbe dire: che c'entrano i ministeri inutili con le fondazioni lirico-sinfoniche e io dovrei convenire con lui che, in effetti, non c'entrano niente, ma si parlava di sprechi e mi è venuto in mente. Allora per essere pertinente direi al ministro che lui forse non lo sa che l'opera è nata in Italia nel 1500, e che 14 fondazioni lirico-sinfoniche in Italia forse son persin poche.
Una cosa che il ministro evidentemente non sa è che le fondazioni lirico-sinfoniche sono una risorsa, una ricchezza. Sarebbe come chiedere a qualcuno che ha 14 Ferrari nel garage se non crede che siano troppe e se non sarebbe il caso di farne rottamare una decina. Mica in cambio di qualcosa, eh, solo così, per risparmiare spazio. Certo che se uno ha delle Ferrari e poi le usa come se fossero 500 ha anche ragione di lamentarsi che gli costano troppo. Solo che la colpa non è delle macchine, ma di chi non le sa pilotare.
C'è una cosa che invece il ministro sa bene ed è che se fai delle dichiarazioni ai giornali anche se sono false le pubblicano, e anche se sono false la gente ci crede e così chissenefrega di quei quattro sfigati di musicisti che andranno ad infoltire le fila dei disoccupati.
Per poter pensare alla cultura bisogna prima aver soddisfatto i bisogni primari, la musica mica si mangia. Ma per passare alla soddisfazione dei bisogni secondari bisognerebbe essere in un paese civile. E il ministro lo sa, che siamo in Italia.

floriatosca


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