Apocalypse now
Libera, semi-seria e semi-fantascientifica interpretazione del documento presentato dall'Anfols alle OO.SS.
PREMESSA SULLA REALTA' REGIO-TORINO
a) la regione ci dà molti soldi a patto che andiamo in giro per il piemonte a fare titoli d'opera
b) la superfondazione stabile-regio, di futura formazione, prevede ESPLICITAMENTE che uno degli scopi principali della sua costituzione sia farci andare in giro per il piemonte (cosa che lo stabile con la prosa fa ormai da molti anni)
c) con l'attuale CCNL, disegnato sulle esigenze di teatri stabili che fanno attività in sede e solo occasionalmente in tour, le rigidità sono eccessive per poter aumentare più di tanto i titoli da fare in giro in regione, e invece nella nostra palla di cristallo intravediamo che si vorrà arrivare ad almeno quattro titoli all'anno (è un'idea nostra, non sappiamo se pessimista o ottimista)
d) dulcis in fundo, ricordiamoci che un anno fa, ai tempi del camper, ci agitammo molto quando un uccellino ci disse che si intendeva risanare i bilanci facendo appunto i teatrini regionali. ebbene, hanno cominciato e non si fermeranno qui; e temiamo che Vergnano abbia contrabbandato quest'ideona anche a quelle fondazioni, e sono la maggioranza, che non avendo l'importanza storico-artistica delle istituzioni principali come Scala e Opera di Roma devono trovare un modo di sopravvivere. qual è la ricetta-vergnano? semplice: invece di puntare su spettacoli di qualità a costi ottimizzati, si fa il carrozzone e così si ciucciano risorse agli enti locali.
1 . Adozione di nuovi moduli organizzativi tesi alla eliminazione delle esistenti
rigidità contrattuali ed al perseguimento delle migliori condizioni di
produttività, competitività e qualità dell'attività produttiva. Definizione dei
criteri di articolazione dell'orario di lavoro ai sensi delÌa legge 66/20011;
la legge 66 (2003 e non 20011, a meno che non si tratti della legge sui diritti televisivi che con noi c'entra come i cavoli a merenda) deriva da una direttiva europea, e fra le altre cose obbliga il datore di lavoro (di qualunque tipo di lavoro) a prevedere 11 ore di riposo continuative ogni 24 ore. per noi artisti è difficile che sia un problema, allo stato attuale, mentre lo è già per l'orario dei tecnici quando ad esempio fanno spettacolo la sera e poi il turno del mattino, che per loro comincia molto presto; ma diventerà un problema anche per noi quando una grossa percentuale della nostra attività sarà in decentramento e si tornerà a casa all'una-le due di notte dalle nebbie della padania: perché ora si risolve mettendo a riposo gli artisti il giorno dopo la recita, ma alla lunga è dispendioso. per farci lavorare tutti i giorni pur rincasando tardi la notte dovranno fare un accordo che superi l'obbligo della legge 66.
2 . individuazione di nuove forme occupazionali e rimeditazione di quelle esistenti
al fine di assicurare l'ottimale utilizzazione del personale, nel rispetto delle
ineliminabili esigenze artistiche delle Fondazioni e della professionalità dei
Iavoratori;
questa cosa qui è un po' spaventosa, e detta così può voler dire un po' tutto. nuove forme occupazionali, cioè cosa? nel senso delle nuove forme contrattuali? co.co.co? co.co.pro? coccodè? e rimeditazione di quelle esistenti, cioè nemmeno le situazioni esistenti sono garantite? non vogliamo pensarlo...
3 . possibile revisione dei criteri organizzativi delle prestazioni lavorative ai flni di
una corretta affermazione dei principi di flessibilità e fungibilità delle mansioni;
fungibilità è una parola orrenda. abbiamo dovuto cercarla sul dizionario. ci sembra voglia dire che le mansioni devono essere intercambiabili. flessibili e intercambiabili: quando non si canta si puliscono i cessi, forse.
4 . riesame dei vigenti accordi in materia di verifiche professionali e di
autorizzazioni allo svolgimento di attività di lavoro autonomo e professionale;
ovvero il regime del terrore: la nostra professionalità potrà essere messa alla prova ogniqualvolta negheremo un lavoretto di bocca al nostro responsabile, o romperemo i maroni come RSU, o cose così. la verifica libera porta alla ricattabilità. ciò non è male: è malissimo.
e inoltre: che significa "riesame degli accordi sulle autorizzazioni all'attività di lavoro autonomo"? che non ci vogliono più permettere di svolgere attività musicale fuori dal teatro? o che se vogliamo avere un'attività (e probabilmente vogliamo, dato che i musicisti vogliono far musica) dobbiamo ad esempio, buttandola lì a caso, rinunciare alla stabilità ed aderire ad una cooperativa, cioè o sempre dipendenti o sempre autonomi?
5 . verifica degli accordi integrativi aziendali in essere ed individuazione delle
materie e degli istituti oggetto di possibile trattativa nelle future pattuizioni
aziendali;
e va be', lo sappiamo che vogliono rimettere mano agli integrativi. in peggio, è ovvio.
6 . rivisitazione dell'istituto degli organici funzionali e del sistema delle ''alternanze";
alternanze? questa parola non appare nel contratto nazionale; invece gli organici funzionali sono quella cosa che ancora impedisce che i teatri si trasformino nel "progetto-parma", ovvero pochissimi assunti negli uffici e tutti gli organici ingaggiati a seconda della produzione.
7 . agibilità del ricorso a forme di esternalizzazione produttiva nel rispetto delle
vigenti norme di tutela e nella confemata attenzione alla esigenza dell'ottimizzazione delle capacità produttive interne;
ecco, questo è un punto importantissimo e non dobbiamo fare l'errore di sottovalutarlo. l'esternalizzazione del lavoro era regolata in maniera estremamente rigida prima della legge biagi; poi è stata praticamente liberalizzata. ora, che significa esternalizzazione? significa, per fare un esempio, che noi abbiamo un reparto elettricisti-fonici, ma per montare la parte fonica di un nostro concerto, per esempio all'aperto, chiamiamo un service esterno, cioè una ditta o una cooperativa. o, altro esempio, abbiamo un coro e un'orchestra, ma per fare un titolo della stagione ne chiamiamo altri da fuori. per dirla tutta, "il Naso" di Sostakovic è un caso di esternalizzazione mascherata da scambio culturale. l'esternalizzazione secondo noi è il male. perché? ma perché oggi chiamiamo il teatro di san pietroburgo, che fa il suo lavoro per quindici giorni e poi torna a casa; ma domani chiamiamo il coro cooperativa Distocazzo e gli facciamo fare due cantate di Bach pagandolo una miseria e facendolo lavorare dieci ore al giorno sotto la neve (tanto sono precari e non hanno diritti), mentre il nostro coro è a chiusa pesio a fare Traviata al pianoforte a costo zero grazie al CCNL da noi precedentemente creato; dopodomani, avendo mantenuto il blocco delle assunzioni per sempre, rimpolpiamo il nostro coro ormai anziano e decimato dai pensionamenti facendo ricorso ad una cooperativa qualsivoglia, magari sempre la Stocazzo, magari la Staminchia, e per il Nabucco tutte e due insieme.
8 . individuazione di possibili schemi operativi in tema di previdenza complementare
nel contesto del nuovo quadro legislativo in materia;
9 . riesame di una serie di istituti normativi contrattuali di cui Ia passata
esperienza applicativa ha dimostrato la necessità di un'adeguata revisione
(trattamento di malattia, infortuni sul lavoro, diritti di precedenza per i
contratti a termine delle categorie artistiche, mutamento di mansioni, trasferte,
strumenti speciali ed affini, etc....).
le prime due voci, quelle in grassetto, sono diritti importantissimi. che significa riesame degli infortuni sul lavoro? attenzione, noi tendiamo a dimenticarcene, ma il lavoro in palcoscenico è fra i più pericolosi (anche se ammettiamo che la miniera e l'altoforno sono peggio). sia noi che i tecnici dovremmo, per legge, andare sempre in scena (sempre, prove e recite) con l'elmetto quello giallo e le calzature antinfortunistiche. deroghiamo, certo, e il perché è ovvio; ma a nostro rischio. questo solo per fare un esempio. c'è gente che si fulmina, che si brucia, che si tronca un dito in falegnameria, che cade da un ponte, che viene schiacciata da una quinta; speriamo che il "riesame dell'istituto dell'infortunio" non vorrà dire qualcosa a sfavore dei lavoratori.... ma abbiamo come il sospetto che sì, chissà perché.
per finire: rivediamo naturalmente anche l'istituto delle trasferte, no??? altrimenti fare il carrozzone costa troppo. altro che 80 euro al giorno, ti diamo il pullman e un panino e devi anche dirci grazie.
PREMESSA SULLA REALTA' REGIO-TORINO
a) la regione ci dà molti soldi a patto che andiamo in giro per il piemonte a fare titoli d'opera
b) la superfondazione stabile-regio, di futura formazione, prevede ESPLICITAMENTE che uno degli scopi principali della sua costituzione sia farci andare in giro per il piemonte (cosa che lo stabile con la prosa fa ormai da molti anni)
c) con l'attuale CCNL, disegnato sulle esigenze di teatri stabili che fanno attività in sede e solo occasionalmente in tour, le rigidità sono eccessive per poter aumentare più di tanto i titoli da fare in giro in regione, e invece nella nostra palla di cristallo intravediamo che si vorrà arrivare ad almeno quattro titoli all'anno (è un'idea nostra, non sappiamo se pessimista o ottimista)
d) dulcis in fundo, ricordiamoci che un anno fa, ai tempi del camper, ci agitammo molto quando un uccellino ci disse che si intendeva risanare i bilanci facendo appunto i teatrini regionali. ebbene, hanno cominciato e non si fermeranno qui; e temiamo che Vergnano abbia contrabbandato quest'ideona anche a quelle fondazioni, e sono la maggioranza, che non avendo l'importanza storico-artistica delle istituzioni principali come Scala e Opera di Roma devono trovare un modo di sopravvivere. qual è la ricetta-vergnano? semplice: invece di puntare su spettacoli di qualità a costi ottimizzati, si fa il carrozzone e così si ciucciano risorse agli enti locali.
1 . Adozione di nuovi moduli organizzativi tesi alla eliminazione delle esistenti
rigidità contrattuali ed al perseguimento delle migliori condizioni di
produttività, competitività e qualità dell'attività produttiva. Definizione dei
criteri di articolazione dell'orario di lavoro ai sensi delÌa legge 66/20011;
la legge 66 (2003 e non 20011, a meno che non si tratti della legge sui diritti televisivi che con noi c'entra come i cavoli a merenda) deriva da una direttiva europea, e fra le altre cose obbliga il datore di lavoro (di qualunque tipo di lavoro) a prevedere 11 ore di riposo continuative ogni 24 ore. per noi artisti è difficile che sia un problema, allo stato attuale, mentre lo è già per l'orario dei tecnici quando ad esempio fanno spettacolo la sera e poi il turno del mattino, che per loro comincia molto presto; ma diventerà un problema anche per noi quando una grossa percentuale della nostra attività sarà in decentramento e si tornerà a casa all'una-le due di notte dalle nebbie della padania: perché ora si risolve mettendo a riposo gli artisti il giorno dopo la recita, ma alla lunga è dispendioso. per farci lavorare tutti i giorni pur rincasando tardi la notte dovranno fare un accordo che superi l'obbligo della legge 66.
2 . individuazione di nuove forme occupazionali e rimeditazione di quelle esistenti
al fine di assicurare l'ottimale utilizzazione del personale, nel rispetto delle
ineliminabili esigenze artistiche delle Fondazioni e della professionalità dei
Iavoratori;
questa cosa qui è un po' spaventosa, e detta così può voler dire un po' tutto. nuove forme occupazionali, cioè cosa? nel senso delle nuove forme contrattuali? co.co.co? co.co.pro? coccodè? e rimeditazione di quelle esistenti, cioè nemmeno le situazioni esistenti sono garantite? non vogliamo pensarlo...
3 . possibile revisione dei criteri organizzativi delle prestazioni lavorative ai flni di
una corretta affermazione dei principi di flessibilità e fungibilità delle mansioni;
fungibilità è una parola orrenda. abbiamo dovuto cercarla sul dizionario. ci sembra voglia dire che le mansioni devono essere intercambiabili. flessibili e intercambiabili: quando non si canta si puliscono i cessi, forse.
4 . riesame dei vigenti accordi in materia di verifiche professionali e di
autorizzazioni allo svolgimento di attività di lavoro autonomo e professionale;
ovvero il regime del terrore: la nostra professionalità potrà essere messa alla prova ogniqualvolta negheremo un lavoretto di bocca al nostro responsabile, o romperemo i maroni come RSU, o cose così. la verifica libera porta alla ricattabilità. ciò non è male: è malissimo.
e inoltre: che significa "riesame degli accordi sulle autorizzazioni all'attività di lavoro autonomo"? che non ci vogliono più permettere di svolgere attività musicale fuori dal teatro? o che se vogliamo avere un'attività (e probabilmente vogliamo, dato che i musicisti vogliono far musica) dobbiamo ad esempio, buttandola lì a caso, rinunciare alla stabilità ed aderire ad una cooperativa, cioè o sempre dipendenti o sempre autonomi?
5 . verifica degli accordi integrativi aziendali in essere ed individuazione delle
materie e degli istituti oggetto di possibile trattativa nelle future pattuizioni
aziendali;
e va be', lo sappiamo che vogliono rimettere mano agli integrativi. in peggio, è ovvio.
6 . rivisitazione dell'istituto degli organici funzionali e del sistema delle ''alternanze";
alternanze? questa parola non appare nel contratto nazionale; invece gli organici funzionali sono quella cosa che ancora impedisce che i teatri si trasformino nel "progetto-parma", ovvero pochissimi assunti negli uffici e tutti gli organici ingaggiati a seconda della produzione.
7 . agibilità del ricorso a forme di esternalizzazione produttiva nel rispetto delle
vigenti norme di tutela e nella confemata attenzione alla esigenza dell'ottimizzazione delle capacità produttive interne;
ecco, questo è un punto importantissimo e non dobbiamo fare l'errore di sottovalutarlo. l'esternalizzazione del lavoro era regolata in maniera estremamente rigida prima della legge biagi; poi è stata praticamente liberalizzata. ora, che significa esternalizzazione? significa, per fare un esempio, che noi abbiamo un reparto elettricisti-fonici, ma per montare la parte fonica di un nostro concerto, per esempio all'aperto, chiamiamo un service esterno, cioè una ditta o una cooperativa. o, altro esempio, abbiamo un coro e un'orchestra, ma per fare un titolo della stagione ne chiamiamo altri da fuori. per dirla tutta, "il Naso" di Sostakovic è un caso di esternalizzazione mascherata da scambio culturale. l'esternalizzazione secondo noi è il male. perché? ma perché oggi chiamiamo il teatro di san pietroburgo, che fa il suo lavoro per quindici giorni e poi torna a casa; ma domani chiamiamo il coro cooperativa Distocazzo e gli facciamo fare due cantate di Bach pagandolo una miseria e facendolo lavorare dieci ore al giorno sotto la neve (tanto sono precari e non hanno diritti), mentre il nostro coro è a chiusa pesio a fare Traviata al pianoforte a costo zero grazie al CCNL da noi precedentemente creato; dopodomani, avendo mantenuto il blocco delle assunzioni per sempre, rimpolpiamo il nostro coro ormai anziano e decimato dai pensionamenti facendo ricorso ad una cooperativa qualsivoglia, magari sempre la Stocazzo, magari la Staminchia, e per il Nabucco tutte e due insieme.
8 . individuazione di possibili schemi operativi in tema di previdenza complementare
nel contesto del nuovo quadro legislativo in materia;
tradotto in italiano: ci vogliono fottere il tfr.
9 . riesame di una serie di istituti normativi contrattuali di cui Ia passata
esperienza applicativa ha dimostrato la necessità di un'adeguata revisione
(trattamento di malattia, infortuni sul lavoro, diritti di precedenza per i
contratti a termine delle categorie artistiche, mutamento di mansioni, trasferte,
strumenti speciali ed affini, etc....).
le prime due voci, quelle in grassetto, sono diritti importantissimi. che significa riesame degli infortuni sul lavoro? attenzione, noi tendiamo a dimenticarcene, ma il lavoro in palcoscenico è fra i più pericolosi (anche se ammettiamo che la miniera e l'altoforno sono peggio). sia noi che i tecnici dovremmo, per legge, andare sempre in scena (sempre, prove e recite) con l'elmetto quello giallo e le calzature antinfortunistiche. deroghiamo, certo, e il perché è ovvio; ma a nostro rischio. questo solo per fare un esempio. c'è gente che si fulmina, che si brucia, che si tronca un dito in falegnameria, che cade da un ponte, che viene schiacciata da una quinta; speriamo che il "riesame dell'istituto dell'infortunio" non vorrà dire qualcosa a sfavore dei lavoratori.... ma abbiamo come il sospetto che sì, chissà perché.
per finire: rivediamo naturalmente anche l'istituto delle trasferte, no??? altrimenti fare il carrozzone costa troppo. altro che 80 euro al giorno, ti diamo il pullman e un panino e devi anche dirci grazie.